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Inflazione e tassi bassi, ADDIO al conto corrente

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È tornata l’inflazione. Proprio due giorni fa, secondo la stima flash Eurostat, il livello dei prezzi nella zona euro ha superato la soglia del 2%, cosa che non succedeva da quattro anni. Un’inflazione vicina al 2% è l’obiettivo a cui la Banca centrale europea, per statuto, mira attraverso le sue politiche. "Se la leva monetaria fosse poco politica e molto economica, dovremmo aspettarci che la Bce alzi presto tassi di interesse per tenere l’inflazione vicino al target prefissato", dichiara Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm, che poi precisa: "Il mondo reale però non funziona come un manuale di economia. La politica monetaria è poi materia specialmente affascinante ed eclettica. Le decisioni vengono prese da un gruppo di persone che si riuniscono periodicamente in una stanza. Il loro compito è prevedere e influenzare le aspettative di milioni di persone. Le loro scelte, che si basano su dei modelli economici molto complessi, sono anche determinate dai loro rapporti personali o dalle contingenze politiche".

 
In questo scenario, quando torneranno a salire i tassi?
"In Europa, nonostante l’inflazione stia accelerando, i tassi di interesse non verranno ritoccati verso l’alto nel breve periodo – risponde l’esperto – Negli Stati Uniti la situazione è diversa. La Federal Open Market Commitee si incontrerà il prossimo 17 marzo per discutere di un ulteriore aumento del tasso primario. Molto probabilmente opterà per un deciso rialzo anticipando le aspettative che collocavano questa decisione a maggio".
 
Flax poi ricorda che i principali indicatori che aiutano a capire le aspettative sull’inflazione nel medio periodo sono in calo negli Usa, mentre da settembre si sono impennati in Europa. Questo vuol dire che gli americani hanno cominciato già ad apprezzare l’effetto che le mosse della Fed avranno nel contenere l’aumento dei prezzi.
 
In Europa le aspettative di medio periodo si muovono in direzione opposta, nonostante l’inflazione si stia avvicinando ai target. È importante tenere a mente che la Banca centrale europea deve soppesare la situazione in tutti i Paesi che adottano l’euro come valuta. "In questo senso, l’interesse dei Paesi del Sud, dove la crescita economica è più bassa e il debito pubblico è più alto, diverge da quello dei paesi del Nord. Ciò si riflette, ovviamente, anche nelle scelte politiche", aggiuge l’esperto.
 
Quando il board di una banca centrale è diviso in modo netto su quale politica adottare, qualsiasi sia la ragione, è dimostrato che un cambio di rotta diventa complesso e chi sostiene lo status quo ha gioco più facile nel far valere la sua posizione. Anche per questo la Bce è stata, secondo molti, troppo lenta a reagire al calo della dinamica dei prezzi causato dall’onda lunga della crisi del 2008.
 
"La nuova fase che si apre potrebbe dunque essere caratterizzata da inflazione crescente e tassi bassi per un periodo prolungato. In questo contesto è meglio pensare a cosa fare dei propri risparmi qualora ne aveste di parcheggiati nel conto corrente", commenta Flax, che poi conclude dicendo: "Le principali ragioni per cui tenere il denaro in depositi liquidi è la presenza di tassi elevati. L’inflazione dovrebbe essere considerata come un benchmark in questo caso. Per questo la costruzione di un portafoglio ben diversificato a livello globale è la miglior soluzione per proteggere i propri risparmi da questa congiuntura macroeconomica".

  

06/03/2017 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione