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IL RISCHIO PAESE RESTA MOLTO VULNERABILE

È una delle conseguenze forse più difficili da gestire della recessione: la crisi economico-finanziaria porta all’instabilità politica e quindi al cosiddetto rischio Paese. Ad esempio, nel mercato assicurativo internazionale anche per il 2009 l’aumento dei livelli di rischio è proporzionale all’aumento del volume dei sinistri assicurativi legati rischio politico e del credito. La novità 2010 della mappa è l’inserimento di due indici legati alle soft commodity e all’approvvigionamento delle risorse idriche. Gli indici, creati da Aon in collaborazione che Oxorford Analytica, prendono in considerazione i 30 Paesi che nel medio-lungo termine sono potenzialmente più soggetti al rischio di approvvigionamento delle risorse alimentari e idriche.

Sono tutti Paesi in via di sviluppo, la maggior parte africani, che pur non essendo i primi responsabili del riscaldamento globale ne subiscono maggiormente gli effetti. La Political Risk Map 2010 attribuisce all’Italia un livello di rischio basso. Infatti, nell’ambito di un profilo di rischio sostanzialmente stabile per l’economia nazionale, Aon ha continuato a rilevare anche nell’ultimo anno un significativo aumento del rischio credito registrando un incremento sostanziale delle insolvenze (+90%). Gli effetti della crisi economica globale continueranno amanifestarsi sul mercato del credito italiano per tutto il 2010, periodo nel quale si stima una contrazione del Pil pari al 4,2%. Il tessuto imprenditoriale italiano, costituito da piccole medie imprese, rischia di risentire negativamente di questa situazione finanziaria, in quanto per le aziende non esistono valide alternative ai canali di finanziamento tradizionale.

 

08/02/2010 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Redazione