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Il no del governo al contrasto di interessi

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Di Luana Vizzini

L’idea era quella di avvalersi del contrasto di interessi tra i contribuenti come strategia,da affiancare all’uso delle banche dati e al redditometro,contro la microevasione fiscale. Con l’attuazione di questo decreto, il contribuente avrebbe potuto scaricare dall’Irpef lorda una parte delle spese documentate dagli scontrini fiscali; così, sarebbe stato invogliato a chiedere sempre lo scontrino, e questo avrebbe permesso allo Stato un maggior controllo sull’evasione fiscale.
 
La previsione era quella di ottenere il via libera di Montecitorio all’intero pacchetto da qui a un mese, mail Governo, almeno per il momento,ha detto no: il contrasto di interessi, infatti, non risulterebbe così efficace nella lotta all’evasione e, al contrario, potrebbe risultare dannoso per il bilancio dello Stato.
 
Infatti, se è vero che il contribuente trarrebbe un notevole vantaggio dalla detrazione fiscale, presentando lo scontrino, è vero anche che il vantaggio si ridurrebbe notevolmente nel caso in cui l’esercente proponesse di non applicare l’Iva, in cambio della mancata fatturazione. Ma non basta: se l’esercente offrisse anche uno sconto, allora il vantaggio si ridurrebbe ulteriormente, insieme all’interesse del cliente a chiedere lo scontrino. Se poi consideriamo la tempistica legata alla sconto fiscale, il fatto che potrebbe essere diviso in più rate annuali, la necessità di conservare tutti gli scontrini anche per qualche anno, ecco che la prospettiva della riduzione diventa sempre meno allettante. 
 
Inoltre, se molte spese “in nero” rimarrebbero tali, il bonus verrebbe applicato di sicuro a tutte le spese dichiarate, e questo comporterebbe una perdita per le casse dello Stato. 
 
Queste, insomma, le principali obiezioni del Governo al decreto legge. Tuttavia, non sono mancati suggerimenti di modifica: il contrasto di interessi potrebbe essere applicato solo a particolari settori economici, in cui maggiore sarebbe il margine di recupero per lo Stato,come suggerisce il sottosegretario Ceriani; oppure, come proposto da Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, ci potrebbe essere una rotazione annuale tra i diversi settori.
 
Alla fine, la proposta è quella di delegare al Governo la gestione del contrasto di interessi contro l’evasione; il disegno di legge, modificato rispetto alla prima versione, verrà esaminato oggi dall’aula del Senato, per poi ritornare alla Camera.
 

  

26/11/2012 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione