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I tagli alle tasse dei ricchi, quali conseguenze per l’economia?

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Le politiche di riduzione fiscale sugli alti redditi

Le promesse dei tagli alle tasse sulla ricchezza nel corso dei decenni sono state innumerevoli: se l’intento è la salvaguardia degli interessi dei gruppi ad alto reddito, il messaggio spesso veicolato è correlato alla visione del miglioramento dell’economia di un Paese; siamo davvero certi che i tagli alle tasse per i redditi alti creino benefici reali all’ economia ed in generale vantaggi anche per la popolazione con fasce di reddito inferiori?

Tagli alle tasse per i più ricchi: quali benefici per l’economia?

Dietro una politica fiscale che favorisce i tagli delle tasse destinate ai più ricchi vi è anche la prospettiva di una maggiore ridistribuzione dei redditi, crescita economica e diminuzione della disoccupazione; quali sono realmente le evidenze rispetto queste politiche o riforme fiscali nel breve e nel lungo periodo?

Uno studio di France Strategie pubblicato ad ottobre 2020 ha delineato che a seguito della parziale abolizione della patrimoniale (la riduzione del 70% dell’ISF, l’Impôt sur la Fortune) voluta da Emmanuel Macron poco dopo le elezioni che lo videro vincitore, lo 0.1% dei più ricchi di Francia è oggi un quarto più ricco dello stesso 0.1% dei più ricchi del 2017.

Lo studio di Hope e Limberg (2020)

Delle reali conseguenze della politica di riduzione delle tasse sulla ricchezza sulle economie nazionali se ne sono occupati David Hope della London School of Economics e Julian Limberg del King’s College London: il paper pubblicato a dicembre 2020 “The Economic Consequences of Major Tax Cuts for the Rich” ha portato all’attenzione evidenze interessanti.

I due studiosi, utilizzando i dati di 18 Paesi OCSE negli ultimi cinquant’anni, hanno voluto stimare l’effetto degli importanti tagli fiscali destinati ai ricchi valutandone le conseguenze sulle disuguaglianze del reddito, sulla crescita economica e sulla disoccupazione.

Considerando che in passato le valutazioni sulle politiche fiscali utilizzavano metriche eterogenee, hanno definito una nuova misura globale delle tasse per i ricchi per identificare importanti riduzioni della progressività fiscale. 

L’analisi dei tagli alle tasse sugli alti redditi

Dopo la caduta dei redditi a seguito della Seconda Guerra Mondiale, dagli anni Ottanta ad oggi si è registrato un aumento progressivo dei Pil nazionali, evidente specialmente nei paesi anglosassoni. A partire dagli anni 60’ fino agli anni 90’ si è assistito però ad una progressiva riduzione della tassazione.

Le riforme approvate da Reagan nel 1982 e 1986-87 sono le due più importanti di una vera e propria tendenza che ha coinvolto via via tutti i Paesi OCSE nella diminuzione delle tasse per i ricchi. 

Meno tasse per i ricchi: le conseguenze

Hope e Limberg hanno evidenziato che le principali riforme che riducono le tasse dei ricchi portano a una maggiore disparità di reddito misurato dalla quota dell’1% più alto del reddito nazionale ante imposte; l’effetto rimane stabile anche nel medio termine.

La prima vera conseguenza significativa di queste politiche è quindi un aumento della disuguaglianza, con i relativi problemi che questo aspetto può comportare.

Al contrario, tali riforme non hanno alcun effetto significativo sulla crescita economica e disoccupazione né sul breve, né sul lungo periodo; le riduzioni delle tasse sulla ricchezza sarebbero solo correlate ad un corrispettivo aumento delle quote dei redditi più alti, creando benefici quindi ai diretti interessati, senza generare contributi compensativi a favore del sistema economico.

Prospettive future

Lo studio lascia spazio alle considerazioni per eventuali approfondimenti futuri, ad esempio aprendo l’ipotesi dell’applicazione di tali valutazioni all’ area extra OCSE per capire se le rilevazioni possano essere estese anche a quei Paesi con capacità fiscale inferiore.

Vi sarà un cambiamento di prospettiva derivante dalla conoscenza dei risultati evidenziati in merito alle conseguenze delle politiche di taglio fiscale sulla ricchezza? Ed infine, minori tasse sui redditi più alti, indurrebbero i ricchi a fare maggiori affari per aumentare i propri guadagni?

Politiche fiscali nell’era post Covid 19

In un’intervista, Hope ha inoltre indicato che nella situazione odierna, i governi non dovrebbero sentirsi frenati nell’aumentare le tasse sui redditi alti per sostenere i costi della pandemia, in quanto tale operazione non andrebbe ad intaccare l’economia del Paese.

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11/01/2021 | Categorie: Economia e Dintorni , Finanza personale Firma: Redazione