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“I lati sempre più oscuri del digitale”: web, rischi e disincanto

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Il convegno sul digitale di The Ruling Companies ha svelato gli aspetti meno chiari della rete e regalato spunti di riflessione molto interessanti

La potenza dirompente del digitale potrebbe anche essere sfruttata a vantaggio del male. Uso di dati personali, cyberbullismo, coordinamento di azioni criminali o terroristiche. Una situazione che finisce per coinvolgere tutto, anche l’economia. Va considerato con attenzione infatti l’inquinamento causato dagli infiniti pacchi diffusi dagli e-commerce e il grandissimo dispendio energetico provocato dai dispositivi. Una realtà, quest’ultima, che acuisce il problema del riscaldamento globale.

Tutte tematiche di strettissima attualità, da risolvere guardando in maniera meno accondiscendente al mondo digitale. Gli interventi di Roberto Maglione, senior consultant di Spencer Stuart, Guido Scorza, avvocato della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Andrea Granelli, presidente di Kanso, e Carlo Alberto Pratesi, professore di marketing all’Università Roma Tre, sono andati tutti in questa direzione. Rivelando anche aneddoti per certi versi esilaranti e per altri un po’ preoccupanti.

Come la serie Netflix a tema giuridico, menzionata da Guido Scorza. Una geniale trovata di marketing, la loro. Per accedere al sito ti chiedevano di accettare delle condizioni e subito dopo ti facevano una domanda: “Sicuro non ti serva un avvocato? No? Allora guarda questo video”. E partiva una clip che mostrava in dettaglio sulle condizioni precedenti: “Hai appena accettato di affittare la tua casa a un gruppo di scimmie cappuccine, forse faresti meglio a dotarti subito di un buon legale”.

Un escamotage pubblicitario simpatico, che evidenzia però un problema molto meno divertente. Quello dell’informativa sulla privacy, tornato di attualità dopo gli ultimi fatti di cronaca riguardanti l’ultima campagna elettorale americana. “Cambridge Analytica non è stato una sorpresa – dice Roberto Maglione – Una volta i criminali erano forse anche più riconoscibili, oggi indossano un blue jeans e hanno la faccia pulita di Zuckerberg, questi sono banditi veri”.

Andrea Granelli, poi, ha sottolineato l’importanza di riportare l’uomo al centro: un valore che ha imparato in un’azienda fautrice dell’innovazione italiana come la Olivetti. Di parere simile anche Carlo Alberto Pratesi, che ha ammonito sul problema dell’individualismo dei consumi e della fruizione causato dall’uso dei device. “Tra i ragazzi che vedo in Università – dice Pratesi – oltre l’80% subisce passivamente la rete e non ne sfrutta alcuna potenzialità, hanno bisogno di guide”.

Tracciando un bilancio conclusivo, gli spunti emersi dall’incontro sono stati davvero tantissimi. Tutti gli interventi, però, sono andati in un unico senso: guardare in maniera critica e attenta a ciò che ci propina il web per sfruttarne le potenzialità ed evitare i pericoli. Demitizzare il 2.0 per riappropriarsi di una realtà più libera e più vera, in cui non necessariamente ogni singolo atto della giornata deve essere scandito a suon di post, tweet e stories.

11/05/2018 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Luca Losito