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Governo, se l’Economia fa saltare il banco

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Mattarella rifiuta l’antieuro Savona e Conte salta: crisi istituzionale, Di Maio e Salvini s’incartano sul dicastero economico

Un giorno di ordinaria follia. Per descrivere la domenica vissuta dal Colle ci si può tranquillamente ispirare al titolo del celebre film con Michael Douglas. La nomina all’Economia ha fatto saltare il Governo del cambiamento: Sergio Mattarella ha esercitato un suo diritto costituzionale rifiutando il nome di Savona, spauracchio antieuro che aveva già messo in fibrillazione i mercati. E la mossa del Presidente ha fruttato subito: lo spread, schizzato oltre i 200 punti base nei giorni scorsi, oggi è in calo e anche Piazza Affari torna in rialzo dopo i picchi dell’ultima settimana. Segno tangibile di come la convocazione di Cottarelli al Quirinale abbia placato gli animi degli investitori, almeno per ora. Con “buona pace” di Conte, che ha rimesso il mandato, e dei leader di Lega e M5S, Salvini e Di Maio.

Quanto accaduto ieri conferma l’importanza e il valore dell’educazione finanziaria per comprendere al meglio ciò che accade nella vita pubblica del Paese. La scelta di Mattarella ha ragioni profonde, specie in uno dei Paesi fondatori dell’Ue e di conseguenza della moneta unica. Il ministero economico, oggi, è uno dei più importanti per il futuro italiano. “La designazione del ministro dell’Economia costituisce sempre un messaggio immediato, di fiducia o di allarme, per operatori economici e finanziari – ha sottolineato il Presidente – Ho chiesto, per quel ministero, l’indicazione di un autorevole esponente politico della maggioranza. Un esponente che non sia visto come sostenitore di una linea, più volte manifestata, che potrebbe provocare la fuoruscita dell’Italia dall’euro. Cosa diversa da una linea vigorosa, nell’ambito dell’Unione europea, per cambiarla in meglio dal punto di vista italiano”.

“A fronte di questa mia sollecitazione, ho registrato indisponibilità a ogni altra soluzione – ha detto Mattarella – L’incertezza sulla nostra posizione nell’euro ha posto in allarme gli investitori e i risparmiatori, italiani e stranieri, che hanno investito nei nostri titoli di Stato e nelle nostre aziende. L’impennata dello spread aumenta il debito pubblico e riduce le possibilità di spesa dello Stato per nuovi interventi sociali. Le perdite in borsa bruciano risorse. E configurano rischi concreti per i risparmi dei nostri concittadini e per le famiglie italiane. Occorre fare attenzione anche al pericolo di forti aumenti degli interessi per i mutui, e per i finanziamenti alle aziende. In tanti ricordiamo quando prima dell’euro gli interessi bancari sfioravano il 20 per cento. È mio dovere, nello svolgere il compito di nomina dei ministri essere attento alla tutela dei risparmi degli italiani”.

L’intervento del Presidente è stato fortemente incentrato sul lato economico. Ora la convocazione a Carlo Cottarelli, che in passato ha lavorato ai tagli degli sprechi con Governo ed Fmi, è un chiaro segnale sulla direzione che si vuol prendere. L’ipotesi più probabile, tuttavia, resta quella del voto. Come chiedono su tutti Salvini e Di Maio (il leader pentastellato ha anche invocato l’impeachment del capo di Stato). In ogni caso l’eventuale governo tecnico, guidato dall’economista della spending review, avrebbe soprattutto il compito di evitare il terribile aumento dell’Iva e realizzare la manovra d’autunno per cercare di far quadrare i conti pubblici. Poi si tornerà alle elezioni, verso fine 2018 o 2019. Sino a quella data ci sarà un’unica certezza: l’Italia vive una crisi istituzionale senza precedenti.

28/05/2018 | Categorie: EconoPolitik Firma: Luca Losito