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Governo, scontro frontale con l’Ue: senza accordi, 2019 rovente

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L’Italia ha un mese per rimediare alla crisi aperta con i vertici di Bruxelles

La bocciatura della manovra italiana da parte della Commissione europea ha aperto ufficialmente uno scontro che sembrava pronto a deflagrare ormai da settimane. Il governo gialloverde e i vertici dell’Ue non si piacciono, è risaputo. Chi rischia di pagare cara questa “antipatia” è il Paese. Perché se non si troverà un accordo con Bruxelles, a gennaio 2019 potrebbe esserci l’apertura della procedura per deficit eccessivo contro l’Italia per violazione delle regole sul debito. Ma prima di arrivare a questo, ci saranno cinque tappe intermedie per risolvere la disputa in maniera indolore.

La prima tappa, tra pochi giorni: il 26 ottobre, l’agenzia di rating Standard&Poor’s aggiornerà la sua valutazione sui titoli di Stato. Un altro declassamento, dopo quello di Moody’s, potrebbe portare a una nuova fiammata dello spread. La seconda, il 5 novembre: il “caso Italia” sarà sul tavolo dell’Eurogruppo. Non si attende nessuna decisione formale, ma Tria dovrà confrontarsi con 18 colleghi che non la pensano come lui. La terza, l’8 novembre: la Commissione pubblicherà le previsioni economiche aggiornate, nuovo momento verità per le stime su cui si basa la manovra dell’Italia.  La quarta, il 13 novembre: termine ultimo per presentare a Bruxelles una nuova bozza della legge di bilancio. Quinta, il 21 novembre: la Commissione pubblicherà il parere definitivo sulla legge di bilancio.

Dunque, giunti al 22 novembre, sapremo se avrà prevalso finalmente il buon senso. In caso contrario, nei giorni successivi la Commissione potrebbe adottare un nuovo parere, stavolta negativo, sul debito e la sua sostenibilità. Poi, come se non bastasse, arriverà lo stop al programma Quantitative easing e quindi la fine degli acquisti dei titoli di Stato da parte della Bce (già stabilita da tempo). E il 2019 comincerebbe con presagi poco piacevoli: in caso di avvio della procedura, l’Ue, con il persistere della violazione, potrebbe imporre all’Italia una multa fino allo 0,2% del Pil. Buon anno.

24/10/2018 | Categorie: Economia e Dintorni , EconoPolitik Firma: Luca Losito