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Germania, aiuto pubblico alle banche: si riapre il tema bail-in

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CFO SIM riflette sull’intervento governativo in favore del sistema creditizio interno

Il mercato ha festeggiato la possibile la fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank, un’operazione spinta dal governo tedesco a cui sta lavorando da diversi mesi e che dovrebbe essere anche sostenuta economicamente dallo stesso. Questo mette in discussione le norme contenute nella cosiddetta riforma del bail–in che hanno imposto agli Stati membri dell’Unione Europea di adottare regole per gestire le eventuali crisi bancarie utilizzando risorse private – presenti all’interno della banca stessa – in modo da evitare che il costo dei salvataggi gravi sui contribuenti e sul deficit pubblico.

La messa in discussione della normativa deriva dal fatto che ha creato e sta creando delle distorsioni sulla gestione del risparmio degli europei. Le banche sono in crisi da molti anni a causa di una serie di fattori esogeni, come l’innovazione tecnologica, i bassi tassi di interesse, la crisi delle imprese e i cosiddetti Npl per la funzione che svolgono vanno meglio tutelate, se necessario anche con un intervento pubblico. Molti settori economici sono sostenuti dallo Stato e a maggior ragione dovrebbe essere fatto per il sistema creditizio.

L’intervento pubblico tedesco in questa situazione, è inutile nasconderlo, pone rimedio alla gestione di due banche in crisi da anni che rimangono fondamentali per il sistema economico del Paese. È corretto, a mio parere, un intervento di questo tipo, ma altrettanto importante sarebbe rivedere la normativa europea sulle crisi bancarie, perché non è detto che sia l’ultima da gestire in Germania e potrebbero accadere situazioni simili in altri Paesi.

In Italia oggi il contesto è stabile. Parlando in generale, le banche in crisi hanno trovato la via della messa in sicurezza dei conti e imboccato la strada della crescita. Rimangono ancora pochi casi di incertezza, ma il sistema è solido e i governi che si sono succeduti, compreso l’attuale, hanno sempre adottato prontamente misure correttive. Per cui, in conclusione, possiamo dire di essere tranquilli per il nostro Paese e proprio per questo motivo, avendo fatto, stranamente, il compito a casa, dobbiamo essere i primi a porre nell’agenda europea la questione della riforma delle norme del bail–in.

14/03/2019 | Categorie: Economia e Dintorni , Investimenti Firma: Redazione