Fondi : la riforma entro l’estate

Ieri si è svolto, come anticipato da Professione Finanza, il vertice in Bankitalia con Consob e i gestori italiani per rilanciare il settore del risparmio gestito. Alla prima riunione erano presenti il vicedirettore di Bankitalia, Giovanni Carosio, il presidente di Assogestioni, Marcello Messori e una decina di società di gestione del risparmio di emazione bancaria, assicurativa, tra cui Eurizon Investments (Sanpaolo), Mediolanum, Anima, Pioner investments (Unicredito) e Generali. Il dibattito ha portato alla determinazione di una prima fase, che dovrebbe concludersi entro l’estate, fase, appunto costituita da possibili proposte condivise per arginare la crisi delll’industria dei fondi . La scadenza per la realizzazione di un testo che permetta all’industria di autoregolarsi non ammette ulteriori rinvi, così ha fatto sapere Bankitalia. Il settore dei fondi, secondo l’istituto di via Nazionale, ha bisogno di nuove idee , trovare una identità strutturale e regolamentare, splendere di luce propria, ma soprattutto recuperare una nuova e perduta competitività. Idee, appunto innovative, come quella di una possibile quotazione dei fondi comuni in un listino, che permeterebbe ai sottoscrittori commissioni minori. Solo attraverso un radicale mutamento della struttura del intero settore, potrà permettere un nuovo rilancio dei fondi. Draghi ha sempre auspicato l’indipendenza dei gestori dalla struttura proprietaria delle società di gestione, di un aumento del numero di amministratori indipendenti nel cda, ma in questo momento, nessuna soluzione è stata individuata e trovata come panacea per la risoluzione della crisi. I prossimi mesi saranno cruciali per l’industria del gestito, sperando che la massa dei riscatti che sta impervensando, non intacchi il sistema, ormai debole e malato. Intanto Assogestioni ha comunicato i dati definitivi per il 2007, evidenziando nell’anno una raccolta negativa per 52,4 miliardi di euro, che rappresenta circa l’8% del patrimonio gestito dall’industria del gestito, patrimonio che ammontava alla fine dell’anno scorso a 618 miliardi.