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Fed, prosegue la stretta. Alzati i tassi

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I tassi di interesse sono stati alzati all’1,5-1,75% (dall’1,25%-1,50%), La Fed sembra però un po’ meno ottimista sulle condizioni dell’economia

Come atteso dai mercati, la Fed ha alzato i tassi di interesse all’1,5-1,75% (dall’1,25%-1,50%), ma sembra essere però un po’ meno ottimista sulle condizioni dell’economia. “L’attività – spiega il comunicato – è cresciuta a «un ritmo moderato», mentre a gennaio la crescita appariva «solida». In particolare, l’andamento dei consumi delle famiglie e degli investimenti «hanno rallentato rispetto al forte andamento del quarto trimestre» del 2017, quando però il Pil è salito del 2,5% dopo due trimestre chiusi a un ritmo superiore al 3 per cento. In ogni caso, i rischi restano «bilanciati» e la stretta proseguirà a un ritmo «graduale».

«Procedere in modo troppo lento a ulteriori aumenti del costo del denaro potrebbe rappresentare un rischio per l’economia, perché potremmo poi essere costretti ad agire troppo rapidamente, danneggiando la crescita», ha dichiarato Jerome Powell, neo presidente della Fed, ieri nella sua prima conferenza stampa, subito dopo la riunione del Fomc, «Federal open market committee», l’organismo che governa il costo del denaro.    Ma subito dopo avverte: «decideremo comunque volta per volta, perché dobbiamo fare in modo che l’inflazione prosegua la sua corsa verso l’obiettivo del 2%».

Ecco le opinion di alcuni analisti.

“In linea con previsioni del mercato e di Lombard Odier IM, il Federal Open Market Committee (Fomc) ha alzato i tassi d’interesse di 25 punti base in un range dell’1,50-1,75%. Il tono utilizzato nella dichiarazione è stato relativamente rialzista, con il Fomc che ha riconosciuto il fatto che “negli ultimi mesi, le prospettive economiche si sono rafforzate”. Come previsto, il Comitato ha inoltre ribadito che “le condizioni economiche si evolveranno a tal punto da garantire ulteriori aumenti graduali dei tassi Fed fund”. Tuttavia, gli investitori si sono concentrati sul Summary delle prospettive economiche di gennaio. Secondo le attese, le previsioni sulla crescita per il 2018 e per il 2019 sono salite rispettivamente del 2,7% e del 2,4%, riflettendo la forza delle prospettive economiche e l’impatto dei tagli alle imposte. Si prevede quindi che il tasso di disoccupazione dovrebbe diminuire ulteriormente al 3,8% nel 2018 e al 3,6% nel 2019 e nel 2020. Nonostante la robusta crescita, si prevede un aumento del Cpi pari a solo lo 0,1% nel 2019 e nel 2020”, ha detto Charles St. Arnaud, senior investment strategist di Lombard Odier IM. E poi ha aggiunto: “L’elemento che ha sorpreso maggiormente molti investitori è stata la conferma di tre aumenti dei tassi attesi per quest’anno, invece di optare per 4 aumenti. Molti investitori infatti prevedevano che la Fed avrebbe rivisto al rialzo la propria view, per via della forte crescita, di un tasso di disoccupazione minore del previsto e di un outlook economico in miglioramento. Questa conferma potrebbe essere legata alla volontà da parte di alcuni membri del Fomc di ritardare leggermente la decisione di rivedere la propria posizione sui tassi di interesse, evitando di essere percepiti come già indirizzati verso i 4 rialzi dei tassi già a inizio anno, rimanendo poi bloccati in una situazione senza via d’uscita. In un certo senso, l’aumento dei tassi interesse per il 2019 potrebbe essere il primo passo, mentre ci potrebbe essere un ulteriore rialzo più in là ne corso dell’anno. Riteniamo che, quest’anno, la Federal Reserve aumenterà i tassi di interesse tre volte, poiché stimiamo un incremento delle pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti”.

Dal canto suo, Paolo Zanghieri, senior Economist in Generali Investments Europe, ha dichiarato: “Per il 2019 la Fed ritiene attualmente necessari tre rialzi, e questo ha spinto il tasso terminale al 3,4%. La crescita a breve termine e le prospettive occupazionali sono state riviste al rialzo, mentre non ci sono state modifiche particolari all’inflazione prevista.   Ci aspettiamo un’ulteriore revisione al rialzo dei tassi per il 2018 nella riunione di giugno, in linea con la nostra previsione di quattro rialzi”.

 

22/03/2018 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione