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Fed, arrivano i rialzi temuti da Trump: tassi su, pil giù

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La banca centrale ignora il presidente e vara gli aumenti sui tassi di interesse

Il “rialzo incredibile”, come l’aveva definito Donald Trump, alla fine c’è stato. La Fed aumenta i tassi di un quarto di punto. Il costo del denaro sale fra il 2,25% e il 2,50%. La banca centrale americana segnala inoltre due rialzi dei tassi di interesse nel 2019, meno dei tre previsti in settembre.

”Ulteriori aumenti graduali dei tassi” sono garantiti, afferma infatti la Fed al termine della due giorni di riunione. Un incontro fiume surriscaldato alla vigilia dal tweet furente di The Donald: “È incredibile che la Fed consideri un altro aumento dei tassi di interesse con un dollaro molto forte, virtualmente no inflazione, il mondo fuori dagli Stati Uniti che esplode, Parigi che brucia e la Cina che frena”.

La sfuriata social del presidente però è servita a ben poco: la banca centrale ha applicato comunque la misura che voleva. Un episodio che potrebbe far rivalutare, ai tanti che giudicano aspramente l’operato della Bce e dell’Ue. L’Eurotower, infatti, ha già fatto sapere che non toccherà i tassi fino all’estate del 2019 e ha anche assicurato che continuerà ad attuare una politica monetaria morbida.

Una linea contraria a quella della Fed, che ha tirato dritto annunciando anche il conseguente ribasso sul pil. “Si rivede anche al ribasso la stima per la crescita americana: il pil nel 2019 salira’ del 2,3% rispetto al 2,5% precedentemente stimato”, ha concluso la banca centrale americana.

20/12/2018 | Categorie: Economia e Dintorni , EconoPolitik Firma: Luca Losito