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Esame Pf : i lettori ci scrivono

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Gentilissimo Paolo Buro,
seppur condivido le sue affermazioni di fine articolo  mi chiedo se tra una giusta e rigorosa serietà e un esame cosi farraginoso o, mi permetto di dire, “fuori tema” non ci possa essere una via intermedia.
Serve molto, secondo lei, dirimere questioni su baratti di biciclette e videoregistratori o problematiche relative a fioristi colpiti da allagamenti al negozio e padri preoccupati del matrimonio della figlia?
Non sono pazzo; mi riferisco a domande inserite tra le 5.000 dall’Albo.
Non ritengo secondario, neppure, che molte domande hanno risposte poco definite e confuse; questo in un test a risposte multiple non funziona.
Mi fermo a questo ma si potrebbe parlare anche della calendarizzazione delle prove.
Sono anni che mi occupo di esame per PF; ho come clienti i principali gruppi bancari e assicurativi Italiani; poco giova il fatto che di quei pochissimi promossi se non tutti, quasi tutti sono dei miei clienti.
Nella vecchia formulazione non venivano promossi tutti; ricordo che alla selezione, mediamente del 50%, della prova scritta seguiva un’ulteriore taglio alla prova orale; alla fine il numero dei promossi alla fine non superava il 30/35% degli iscritti iniziali.
Tra una percentuale del 30% e una del 3% esiste una forte differenza; possibile che tutti gli iscritti all’esame siano dei dilettanti allo sbaraglio e, rispetto al passato, nessuno abbia studiato?
Credo che, con tutto il rispetto dovuto all’Albo, All’Organismo e al comitato scientifico che ha coordinato la scelta e verifica delle domande, poco sappiano sia di chi si iscrive all’esame sia di cosa fa realmente un PF.
Oggi buona parte dei partecipanti all’esame sono bancari, che di baratti ne sapranno poco e forse su finanza e regole di comportamento hanno bisogno di chiarire, approfondire e studiare, ma non credo si possa trasformare un esame da promotore finanziario in una prova valutativa che, così formulata, è più complessa del combinato composto di una serie di esami universitari (Privato + Commerciale + Tributario + Disciplina degli Intermediari finanziari etc etc); sarebbe stato più onesto richiede il prerequisito della laurea in discipline economiche.
L’unico risultato concreto ad oggi, se volessi essere malizioso, è quello di un forte flusso di quote per l’iscrizione a una serie infinita di esami che porterà i partecipanti a memorizzare le risposte dei quiz dopo numerose prove; viceversa, stimando i soggetti coinvolti, credo che al calo degli iscritti dovuto, come lei citava, alla poca propensione attuale verso quella professione si aggiungerà il fatto che ai prossimi esami si iscriveranno veramente in pochi.

A ridatece la CONSOB !!!!!!!

La ringrazio per l’attenzione

Paolo Schettino

26/04/2009 | Categorie: Mondo consulenti Firma: Redazione