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ENI: siglato accordo con Gazprom

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ENI. Siglato questa mattina a Sochi, in presenza di Vladimir Putin, l’accordo tra Gazprom, ENI, EDF e Wintershall per l’acquisizione di una partecipazione del 50% nel progetto del gasdotto South Stream, ritenuto dall’Unione Europea un concorrente al progetto denominato Nabucco.
“In base a tale accordo – spiega Gazprom – ENI ridurrà la propria partecipazione alla joint venture (incaricata della realizzazione della parte offshore di South Stream) dal 50% al 20% mentre EDF e Wintershall ne entreranno a far parte con il 15% ciascuna”. Il restante 50% è detenuto da Gazprom.

SOUTH STREAM dovrebbe trasportare in Europa fino a 63 miliardi di metri cubi di gas naturale russo all’anno attraverso un gasdotto che si snoda sotto il Mar Nero,
per una lunghezza totale di circa 900 km, a partire dal 2015. La parte offshore di South Stream collegherà direttamente le vaste riserve della Russia con i consumatori dell’Unione europea attraverso quattro condutture.
”L’accordo di questa mattina costituisce un’importante pietra miliare – ha dichiarato Marcel Kramer, amministratore delegato di South Stream – Accolgo con piacere questi importanti partners che hanno deciso di unirsi dietro a South Stream. La fornitura di gas e’ disponibile, i mercati europei ne hanno bisogno, e noi abbiamo i mezzi finanziari e tecnologici per sviluppare un progetto offshore di tale grandezza”.

GAZPROM
spiega infine che ”a breve, lo studio di fattibilità verrà finalizzato e, tra le varie cose, individuerà in maniera definitiva il percorso sia della parte offshore che della parte onshore del gasdotto. Ciò darà la possibilità a South Stream di avviare, nei paesi interessati, le valutazioni di impatto ambientale così come le procedure per ottenere le concessioni necessarie”. Per il tratto onshore del gasdotto, Gazprom ha creato una joint venture con aziende in Austria, Bulgaria, Croazia, Grecia, Ungheria, Serbia e Slovenia. Gazprom ed Eni hanno anche siglato un’intesa con cui vengono confermati gli accordi sottoscritti lo scorso 16 febbraio e che gettavano le basi per la futura cessione a Gazprom da parte della società italiana del 50% della quota detenuta da Eni (33,3%) nel consorzio deputato allo sviluppo del giacimento petrolifero libico di Elephant, a circa 800 chilometri da Tripoli.

GLI ACCORDI CONCLUSI oggi si inseriscono nella partnership strategica firmata tra Eni e Gazprom nel 2006, che comporta l’impegno da parte delle due società alla realizzazione di progetti congiunti nell’intera filiera del gas, e con cui Eni entra per la prima volta nell’upstream russo.

Gli analisti di Unicredit hanno confermato il rating buy su Eni, che sembra stia considerando l’ipotesi di vendita o di spin-off di Snam Rete Gas.
"La nostra impressione è che un flusso crescente di notizie positive potrebbero giungere nei prossimi trimestri, in un contesto politico che oggi sembra più favorevole del passato riguardo a una rottura definitiva del legame fra Eni e Snam Rete Gas", hanno commentato gli analisti di Unicredit.
Marzo 2012, quando verrà presentata la nuova strategia del gruppo, sarà per Eni il momento della verità, anche per il dividendo, per cui non è esclusa la possibilità di una revisione del livello per azione (secondo Unicredit a 1,04 euro quest’anno e a 1,06 euro nel 2012) come parte del nuovo business plan in caso di un aumento del prezzo del petrolio.

15/09/2011 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione