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Enasarco, col plurimandatario la pensione dei consulenti ne risente ampiamente

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Il problema sembra sempre più diffuso tra i consulenti, che potrebbero ricevere quasi il doppio in termini di contributi

I consulenti finanziari, che come ben sappiamo operano in regime esclusivo di monomandato, sempre più spesso stanno vedendo i loro contributi versati all’Enasarco come fossero agenti plurimandatari.

Chissà se si tratta di semplici sviste o di volontà ben precise da parte di alcune mandanti che, considerata l’aliquota contributiva dell’8% calcolata così su un massimale più basso (25275 anziché 37913 €), consente loro un risparmio di ben un migliaio di euro (2022 anziché 3033 €) all’anno per ogni singolo consulente.

La somma del versamento della mandante va calcolata infatti sul totale delle provvigioni dichiarate dal consulente che, come ben sappiamo, facilmente superano i massimali considerati. Per il consulente questo implica, oltre ad una pensione quasi dimezzata, termini di preavviso meno ampi e peggiorano anche le modalità di calcolo dell’indennità di scioglimento e dell’indennità per il patto di non concorrenza post-contrattuale.

Insomma, i vantaggi sono tanti e comunque tutti per le aziende. Al consulente non resta che dover pianificare al meglio la propria previdenza con altre forme di investimento. La situazione è venuta alla luce confrontandoci all’interno del gruppo chiuso Linkedin “Il nuovo mondo della consulenza”.

04/05/2018 | Categorie: Mondo consulenti Firma: Redazione