Educazione finanziaria, è flop:
italiani male, italiane peggio

Il trend non è più una novità

L’Italia continua a collezionare flop in termini di risultati dalle evidenze scientifiche che riguardano il tema educazione finanziaria. L’ultima arriva da un’analisi curata da Bankitalia, che ha rilevato come le conoscenze economiche medie nell’area Ocse siano a livelli doppi rispetto a quelle degli italiani, e che le donne abbiano un tasso di alfabetizzazione economica inferiore rispetto ai maschi.

Il divario con gli altri Paesi

In particolare, una recente ricerca dal titolo “Measuring the financial literacy of the adult population: the experience of Banca d’Italia”, ha rilevato un gap sostanziale fra il Bel Paese e il resto dell’area Ocse quanto al livello di conoscenze di base dei temi legati alla finanza personale, al risparmio e agli investimenti. Il 30% degli italiani ha raggiunto un livello di conoscenza di questi aspetti della propria economia domestica adeguato, contro una media Ocse del 62%.

I gap nella popolazione

Il livello di conoscenza finanziaria, inoltre, non è uniforme in tutta la popolazione. Gli uomini presentano livelli di consapevolezza finanziaria maggiori delle donne, anche se il gap è minore rispetto ad altri Paesi. Le donne altamente istruite, in particolare, hanno punteggi di conoscenza finanziaria inferiori rispetto ai loro coetanei maschi. Rimane l’istruzione uno dei fattori più importanti per garantire livelli adeguati di comprensione dei concetti finanziari. Il punteggio medio delle conoscenze scende da circa 4 per i laureati a circa 3,2 per le persone diplomate e a 2 fra chi non ha il diploma. Le conoscenze finanziarie sono inoltre più basse fra chi non lavora, incluse le casalinghe. 

Il futuro del Paese

Dunque, ancora una volta emergono trend poco rassicuranti sul tema educazione finanziaria. Segno inequivocabile che il Paese abbia bisogno di rafforzare i percorsi formativi dedicati a contenuti di tipo economico. Solo così i risultati delle ricerche potranno portare dei riscontri positivi, con tutto ciò che di buono ne consegue per l’economia del Paese.