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Economia globale, previsioni positive per il 2019

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La view della Franklin Templeton è positiva per l’anno ormai prossimo all’inizio

L’economia globale ha il potenziale di mantenere solido slancio nel 2019, secondo noi, sostenuta dalla forza di fondamentali e domanda USA. La volatilità è ritornata nei mercati finanziari globali nel 2018 man mano che la narrazione attorno alla crescita globale sincronizzata è divenuta più pessimistica. Tuttavia, i trend di crescita rimangono ampiamente positivi e la desincronizzazione potrebbe non essere la condizione avversa che i mercati hanno talvolta temuto.  Di vivo interesse per noi è come le divergenze economiche e le differenze a livello di politiche dei paesi saranno in ultima analisi riconciliate, dati i loro potenziali impatti su commerci, valute e la normalizzazione della politica monetaria nel mondo avanzato.

Vediamo finora pochi segnali d’impatto della volatilità dei mercati emergenti sugli altri mercati, e riteniamo che l’ampliarsi della dispersione nella performance relativa tra i mercati cui abbiamo assistito per la maggior parte del 2018 possa essere sostenuto. Di conseguenza, vediamo pochi motivi per le banche centrali di deviare significativamente dalle traiettorie di politica monetaria che hanno attualmente delineato. Negli Stati Uniti, l’attuale combinazione di crescita sopra il trend, inflazione positiva e quasi piena occupazione potrebbe continuare per un certo periodo di tempo, secondo noi. Riteniamo che le prospettive per una recessione USA siano ancora parecchio lontane.

Preoccupazioni di fine ciclo nelle azioni

Forti dati sulla produzione e crescita degli utili, insieme a tassi di interesse di breve periodo più alti, riflettono tutti un’economia sana, ma possono anche portare gli investitori a chiedersi se questo sia il meglio che ci si possa aspettare. Le dinamiche di mercato, sottolineate dalle correlazioni tra titoli che raggiungono livelli minimi degli ultimi due decenni (e ben sotto la media di 10 anni) continuano a favorire la gestione attiva, dal momento che correlazioni così basse sono poco sostenibili. Stiamo seguendo un approccio positivo ma altamente selettivo e guidato dai fondamentali verso le azioni man mano che la politica monetaria delle banche centrali diviene meno accomodante nel 2019 e oltre. Crescenti utili societari e margini di profitti sono di sostegno alle valutazioni azionarie, sebbene stiamo attentamente monitorando l’inflazione e il potenziale di maggiore volatilità di mercato.

Le problematiche concernenti commerci e dazi potrebbero favorire l’instabilità di mercato, ma probabilmente sono già state riflesse nelle valutazioni societarie. Continuiamo a prevedere che Stati Uniti e Cina affronteranno con successo le problematiche commerciali e in ultima analisi raggiungeranno un accordo, particolarmente una volta che le cruciali problematiche politiche sulla proprietà intellettuale saranno smarcate.

Nonostante notizie geopolitiche e tensioni commerciali elevate, i fondamentali della crescita USA sono parsi solidi a fine 2018, e, mentre il mercato sta offrendo interessanti opportunità, sembrano meno abbondanti rispetto agli ultimi anni. Riteniamo che la selettività nelle esposizioni al rischio abbia assunto maggiore importanza, in quanto il beta del mercato in generale ci sembra essere più costoso di prima. Gli Stati Uniti stanno guidando il treno della crescita globale, ma una crescita internazionale meno sostenuta e preoccupazioni politiche all’estero potrebbero essere controbilanciate da valutazioni più interessanti fuori dagli Stati Uniti. Per quanto concerne i mercati emergenti, riteniamo che opportunità di investimento più forti verosimilmente esistano in paesi con prospettive di crescita guidate a livello domestico che hanno dimostrato resilienza all’impatto di crescenti costi commerciali. L’implementazione in portafogli multi-asset può divenire piuttosto granulosa nel cercare opportunità idiosincratiche a livello di paese. Questa analisi ha assunto un ruolo maggiore per il nostro team man mano che il ciclo è avanzato, e prevediamo che ciò continuerà.

Il cambiamento del mercato obbligazionario necessita di vigilanza e selettività

Data la moderata crescita economica USA, non vediamo l’aumento del 2018 nei rendimenti dei buoni del Tesoro USA come elemento che annuncia l’inizio di un importante selloff in tutti i mercati obbligazionari, sebbene si preveda che la riduzione del bilancio della Federal Reserve USA (Fed) continuerà ad esercitare pressione verso l’alto sui rendimenti.  La continua crescita globale e i rischi che l’inflazione salga ci portano a preferire esposizione di breve scadenza alle obbligazioni governative, dove i rendimenti sono saliti, in modo tale che il rischio di duration sia ridotto. Il posizionamento obbligazionario selettivo sarà ancora più rilevante nei mercati emergenti, dato che alcuni paesi sono maggiormente esposti al crescente costo del capitale rispetto ad altri.

Un periodo prolungato di tassi di interesse storicamente bassi ha consentito alle società in tutto il mondo di accedere ad un debito economico. Il continuo effetto delle misure fiscali è di sostegno alle obbligazioni societarie e l’accesso a tassi di finanziamento relativamente bassi continua a sostenere l’emissione. I bank loan rimangono per noi relativamente attraenti all’interno del mercato del credito corporate, dato il movimento al rialzo per i pagamenti di interesse e minore rischio di duration, ma l’asset class è anche vulnerabile a qualunque allentamento degli accordi sui loan. Con la domanda che ultimamente supera l’offerta di bank prestiti, stiamo vedendo più investitori rinunciare al controllo sui loro termini creditizi. In questo contesto è necessaria maggiore vigilanza per distinguere i loan senza adeguata protezione del finanziatore.

I tassi di interesse di lungo periodo, ancora bassi sebbene tendenti al rialzo, continuano a mandare molti investitori in angoli di più alto rendimento dei mercati obbligazionari nella loro ricerca di income, con spread ridotti che lasciano poca protezione per assorbire lo shock di volatilità. Nel complesso, le società hanno fatto molta strada per mantenere bilanci sani e stringere i loro conti economici durante gli ultimi anni, come evidenziato da rapporti debito-utili ancora bassi e tassi di default che a fine 2018 erano sotto la media storica. All’interno delle sub-asset class per le obbligazioni, i titoli di debito societario high-yield godevano di condizioni favorevoli fondamentali positive nel 2018 e potrebbero continuare in tal senso nel 2019 dato che una più bassa qualità del credito si traduce in minore sensibilità a livello di tassi di interesse in un contesto di tassi ufficiali.

Sebbene il relativamente enorme universo delle obbligazioni societarie investment-grade (IG) di più alta qualità è più sensibile ai rialzi dei tassi Fed, la continua crescita economica tende a contenere i differenziali dei tassi di interesse (spread) di queste emissioni rispetto ai Treasury, suggerendo fiducia da parte degli investitori nella capacità degli emittenti di onorare il debito. Quasi il 50% dell’universo IG è stato classificato dei BBB (il livello più basso nel settore high-grade) a fine ottobre, contro un peso BBB di circa il 25% all’inizio degli anni ’90.1 In qualità di investitori di lungo periodo, riteniamo che la nostra ricerca ci aiuti a distinguere le società eccessivamente a leva da quelle con carichi di debito gestibili e modelli di business duraturi in tutto lo spettro della qualità. Con l’aspettativa di continui spostamenti nella curva dei rendimenti, pensiamo che gli investitori possano potenzialmente beneficiare impiegando strategie più attive all’interno dei loro portafogli.

Livelli di debito in forte crescita, rischi Inflazionistici e asset alternative

Man mano che ci dirigiamo verso il 2019, riconosciamo che vi sono valutazioni ragionevolmente piene in determinate parti dei mercati sia azionari sia obbligazionari, e, mentre fondamentali societari favorevoli rimangono in essere, noi siamo divenuti sempre più prudenti. Ci siamo preoccupati degli elevati livelli di debito governativo (concentrati su alcuni importanti paesi dell’eurozona, Giappone, Stati Uniti, Cina e altri mercati emergenti).  L’inflazione rimane moderata su scala globale; tuttavia, siamo memori dei rischi della crescente inflazione. Perciò, mentre l’azionario e l’obbligazionari in genere rimangono le esposizioni di asset class più grandi nei nostri portafogli multi-asset, manteniamo anche una view costruttiva degli asset reali, incluse le materie prime. Privilegiamo gli asset che generalmente performano bene durante le ultime fasi di un ciclo economico o offrono esplicita protezione dall’inflazione quali le obbligazioni inflation-linked.  Inoltre, gli asset alternative potrebbero fornire diversificazione contro potenziale debolezza nelle azioni e nelle obbligazioni se si verifica un’inaspettata ripresa nell’inflazione.

27/12/2018 | Categorie: Economia e Dintorni , Investimenti Firma: Redazione