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Draghi si traveste da Trichet

La missione della Bce è la stabilità dei prezzi. «L´idea che, assicurandola, si aiutino solo i paesi più forti e non quelli meno dinamici, non è giustificata».

DRAGHI E SUCCESSIONE. Così si esprime Mario Draghi, governatore della Banca d´Italia e candidato oramai indiscusso della Bce, in sostituzione di Jean Claude Trichet. Parlando ricorda che «lo smantellamento delle regole» è stato uno degli elementi scatenanti della crisi. Sollecita le riforme strutturali «oggi più che mai necessarie» per crescere. Avverte: «Stiamo uscendo» da una fase recessiva «estremamente costosa per l´economia reale, l´occupazione, i giovani e i contribuenti: la nostra società non può accettare di pagare un´altra crisi come questa». E allora spiega che oggi «l´ostacolo principale alla ripresa degli investimenti non sono i tassi di interessi, che non sono mai stati così bassi, ma il premio di rischio. E´ questo che fa la differenza e che varia da paese a paese. Stabilizzare le attese di inflazione è la cosa migliore che si possa fare per rendere più omogenei i premi di rischio.

STRATEGIE. Certo, si può anche fare altro, ma l´inflazione è l´elemento principale su cui possono agire le banche centrali». Dai prezzi, alle regole che lui stesso sta cercando di approntare nella sua veste di presidente del Fsb e che, nei tre anni precedenti alla crisi, sono state smantellate. «Per questo alcuni fattori sono stati possibili. L´abbondanza di liquidità e di risparmio è stata terreno fertile». Per il domani, oltre a rafforzare i requisiti patrimoniali delle banche, il suo Fsb punta a mettere una serie di paletti per regolare l´attività degli istituti «troppo grandi per fallire» e quella delle società di rating. Sta approntando anche una serie di norme per assicurare la massima trasparenza e vigilanza del mercato.

L’INDICATORE. E proprio  in un vertice dell´Aspen a porte chiuse con Giulio Tremonti, altri ministri e banchieri, è emerso l´orientamento, condiviso da tutti i presenti, di fissare in vista di Basilea 3 il Core Tier 1 delle banche italiane (l´indicatore di redditività) al 10%. Fatto che costringerebbe quindi i nostri istituti di credito a effettuare nuove ricapitalizzazioni. Reduce dal G20 di Parigi, che ha individuato una serie di indicatori necessari per sanare gli squilibri globali e avvertire per tempo di eventuali, nuovi rischi, Draghi reclama le riforme strutturali. Servono «per trasformare il periodo post-crisi in un´opportunità» e per far crescere l´economia in maniera equilibrata. «Tutti i paesi, l´Europa certamente ma anche altri, stanno tentando di darsi un sistema capace di gestire una eventuale crisi in modo migliore rispetto all´ultima».

 Questa migliore gestione della crisi porterà a «cambiamenti fondamentali nei comportamenti delle principali forze in gioco, ad esempio nel trattamento dei creditori bancari». E´ un cammino «molto complicato e difficile». Serve comunque il massimo coordinamento delle politiche economiche per ridurre l´incertezza.

24/02/2011 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Vincenzo Polimeno