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Draghi: «Riforma finanziaria condivisa su tre pilastri» Tremonti: prima c’è la politica

Per una riforma del sistema della finanza e delle banche «c’è un progetto del Financial Stability Board che va avanti da 5-6 mesi», spiega il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, a Davos dove sul tema è in corso un confronto ai massimi livelli. Draghi spiega che il progetto «è diretto a ridurre il rischio di fallimenti di grande dimensione; a ridurre la probabilità di questi fallimenti; a metter in campo dei meccanismi che permettano una gestione ordinata di questi fallimenti». Draghi, che presiede il Fsb, indica che «sono questi i tre pilastri» per una riforma.
Ancora a margine del World economic forum, Draghi è tornato sull’argomento parlandone in una intervista con Reuters Television: «Vogliamo avere una autorità o una agenzia che abbia il potere, i fondi, il budget, e la competenza per gestire i fallimenti in maniera ordinata», ha aggiunto il governatore di Bankitalia e presidente del Financial Stability Forum. Che spiega anche: «Al momento stiamo analizzando tutte queste idee come anche quella di avere delle sovrattasse sul capitale per gli istituti che sono troppo grandi per fallire o che sono sistemicamente importanti. O anche la possibilità di avere un capitale di emergenza».
Dai confronti a porte chiuse sulla crisi a margine del forum di Davos emerge dunque «una volontà condivisa nel voler portare avanti la riforma del sistema finanziario con un impegno di tutti in questa direzione» ha detto ancora Draghi. Il governatore di Bankitalia parlava dopo un nuovo incontro a porte chiuse, di due ore, sabato mattina, tra i «world economic leader» a margine del forum di Davos. Sono stati visti entrare alla riunione ministri delle Finanze, come la francese Christine Lagarde e l’inglese Alistair Darling. C’era il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Summers. Ed è arrivato il commissario europeo Joaquim Almunia, per un vertice allargato anche a banchieri e industriali. Il governatore della Banca di Italia partecipa a questa serie di confronti al vertice anche nel suo ruolo di presidente del Financial Stability Board creato per monitorare ai massimi livelli crisi e strumenti di intervento.
Banchieri e autorità di regolazione hanno trovato un «terreno comune»: lo ha affermato l’amministratore delegato di Deutsche Bank, Josef Ackermann, secondo quanto riferisce l’agenzia Bloomberg. «Su molti aspetti – ha detto Ackermann – abbiamo trovato un terreno comune. Oggi tra manager, politici e autorità di regolazione c’è stato il dialogo migliore mai visto prima».

Fonte: Il Sole 24 Ore

01/02/2010 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Denise Tagnin