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Draghi, addio alla Bce dopo 8 anni: lascia l’uomo del QE

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Ritratto dell’italiano alla guida dell’Eurotower di Francoforte

Il 31 ottobre finisce l’era di Mario Draghi alla guida della Bce, il Quantitative Easing è senz’altro una delle misure di politica monetaria più note del suo mandato. Ma è solo una delle tante scelte prese dall’uomo entrato nell’immaginario collettivo con il suo “Whatever it takes”, pronunciato nel 2012 per garantire che avrebbe fatto qualsiasi cosa per tenere in piedi l’Euro.

Di fatto, Draghi è subentrato alla guida della Bce nel momento più duro, il 2011, quando l’Eurozona vacillava paurosamente. Quello, però, è stato l’ultimo passo giunto a coronamento di una carriera brillante nel mondo istituzionale-finanziario. Direttore esecutivo nel Cda della Banca mondiale dal 1984 al 1990, poi direttore generale del Tesoro fino al 2001, quindi presidente dello European economic and financial committee. Nel 2002 l’esperienza in Goldman Sachs. E nel 2005, il grande salto, l’approdo al vertice di Bankitalia, dove resterà sino al 2011. Proprio l’anno in cui si sposta all’Eurotower, dove inizia subito a lavorare per far risalire l’Eurozona.

Vara il rifinanziamento al mercato bancario (Ltro), poi le riforme delle politiche economiche nazionali col fiscal compact (l’accordo con cui gli Stati si impegnano a contenere il loro debito pubblico), e i tagli ai tassi d’interesse, che riducono il costo del denaro e rendono più vantaggioso l’accesso ai finanziamenti. Il prezzo da pagare è l’austerity per i Paesi più indebitati, la Grecia su tutti. Scongiurato il tracollo, SuperMario passa al contrattacco: parte il massiccio programma di Quantitative Easing, con cui la Bce riacquista i titoli di Stato dalle banche a condizioni molto vantaggiose, immettendo liquidità nell’Eurozona e facilitando la concessione di prestiti a famiglie e imprese.

Il QE termina il 31 dicembre 2018. Ma non è finita qui. L’ultima mossa di Draghi è quella di tenere fermi i tassi di interesse almeno fino al 2019. L’italiano lascia così un’eredità pesante al successore. Le sue scelte hanno favorito la ripresa a quei Paesi europei che proprio negli ultimi mesi stanno rallentando. Ci vorrà un altro uomo forte al timone della Bce. Un altro come lui.

15/05/2019 | Categorie: Economia e Dintorni , Nozioni e personaggi Firma: Luca Losito