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Dopo la Grecia è il turno dell’Inghilterra?

I debiti sovrani, a partire da quello greco, hanno acceso speculazioni valutarie che hanno spinto l’euro a perdere il 10% del suo valore nei confronti del dollaro in meno di 3 mesi: il cambio Eur/Usd infatti trattava a 1,50 nei primissimi giorni di dicembre 2009 ed è sceso sotto quota 1,35 nella seconda metà di febbraio.
Ora sembra che l’attuale crisi dei debiti di Stato minaccia la Gran Bretagna e ciò si evince dai recenti movimenti della sterlina. La Gran Bretagna, a differenza della Grecia, non rischia l’insolvenza sul suo debito pubblico, perchè sebbene negli ultimi due anni ha accumulato enormi deficit di bilancio, e anche quest’anno accumulerà un deficit molto elevato, negli anni passati aveva un basso rapporto fra debito e Pil (a differenza dalla Grecia).
Infatti se il rapporto debito/Pil della Grecia è in prossimità del 120%, quello dell’Inghilterra lambisce la soglia dell’80%, non trascurabile se si considera che prima della crisi il rapporto debito/Pil inglese era pari al 55%. Il problema maggiore per l’Inghilterra è dato dal deficit di bilancio giunto al 13% del Pil come quello della Grecia, ed in tale difficoltosa situazione occorre una maggioranza politica forte in grado di risanare il bilancio pubblico, proprio ciò che manca ora ma potrebbe essere ottenuta non prima delle prossime elezioni previste a maggio.

 

05/03/2010 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Redazione