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Digitalizzazione, in Europa i tre quinti dei servizi pubblici sono già online

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Ma l’Italia resta il fanalino di coda nella digitalizzazione. Tutti i dettagli nel report pubblicato dalla Commissione Europea

Cresce la digitalizzazione in Europa, ma l’Italia resta il fanalino di coda. L’Europa continua, infatti, a migliorare in termini di pubblica amministrazione digitale (servizi pubblici mobile friendly in aumento e migliore erogazione online degli stessi) ma In termini di “performance”, l’Italia resta caratterizzata dal più basso livello di “penetrazione”.

Lo si apprende all’interno della 14a edizione del report Benchmark Measurement of European eGovernment Services, che è stato condotto da Capgemini insieme ad altri importanti partner leader nella digital innovation, e che è stato pubblicato oggi dalla Commissione Europea.

Il report di quest’anno ha evidenziato l’importanza di focalizzarsi su maggiore trasparenza e investimenti nei principali abilitatori digitali (ad es. carta di identità elettronica) per rafforzare l’eGovernment e per implementare il Digital Single Market nei prossimi anni, che potrebbe contribuire per 415 miliardi di euro l’anno all’economia europea, creare nuovi posti di lavoro e migliorare significativamente i servizi pubblici.

 

Principali evidenze del report

• Nel settore pubblico europeo continua ad aumentare il numero di servizi online offerti. Se da un lato, dal punto di vista quantitativo, i paesi hanno incrementato la disponibilità di servizi pubblici online, le misure in termini qualitativi (per esempio l’offerta di procedure più trasparenti e la compilazione anticipata di moduli online con informazioni personali) sono fondamentali per migliorare l’intera esperienza con i digital service.

• Sono stati fatti dei buoni passi in avanti per quanto riguarda la creazione di siti web disponibili su piattaforma mobile, con più della metà dei servizi (54%) mobile friendly (rispetto al 27% del 2015).  In Italia questo dato è del 36%.

• La centralità dell’utente nei servizi pubblici europei, che ha raggiunto circa l’85% (82% in Italia), indica l’elevato livello di disponibilità dei servizi online e delle possibilità di interazione e di feedback tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni.

• Per poter fare il passo successivo, saranno fondamentali le misure che regolano la trasparenza e gli investimenti nei principali abilitatori digitali, come ad esempio la carta d’identità elettronica e l’Authentic Sources per il riutilizzo dei dati. Ad oggi, è possibile utilizzare la carta di identità elettronica solo in un servizio pubblico europeo su due (52% in Eu – mentre è il 61% in Italia), mentre la compilazione anticipata dei moduli online con i dati degli utenti già a disposizione della pubblica amministrazione è ferma a quota 47% (28% in Italia).

• Il completamento del Digital single market potrebbe contribuire per 415 miliardi di euro l’anno all’economia europea, creare nuovi posti di lavoro e migliorare significativamente i servizi pubblici.

• L’idea di un Digital single market sta prendendo sempre più forma. Il divario nella fornitura di servizi per gli utenti nazionali e stranieri si sta ridimensionando, in quanto tre servizi su cinque (60%) sono disponibili online in vari paesi. Anche la fruibilità dei servizi cross-border è migliorata (al 78%). Questo evidenzia il fatto che sia i cittadini sia le imprese hanno accesso ad avanzate funzionalità online di assistenza, supporto e reclamo.

 

I risultati in Italia

• In termini di “performance”, l’Italia è caratterizzata dal più basso livello di “penetrazione” in Europa: solo il 19% dei cittadini utilizzano i servizi online per sottoporre documentazioni alle autorità amministrative pubbliche. Invece il livello di digitalizzazione è medio-basso ma comunque vicino alla media Europea (61% Italia vs 65% Eu). Per questo, in termini di digitalizzazione il nostro Paese fa parte di uno “scenario e-Gov non consolidato”, relativo agli stati che non  stanno sfruttando adeguatamente le opportunità offerte dall’Ict.

• In termini di “indicatori relativi”, l’Italia sembra avere un ambiente che rallenta l’efficacia delle azioni di eGov: l’apertura di dati e informazioni (60% Italia vs 59% Eu) e la digitalizzazione del settore privato (30% Italia vs 35% Eu) sono quasi in linea con la media Europea, mentre tutti gli altri indicatori (competenze digitali – 38% Italia vs 51% Eu -, uso dell’ICT – 34% Italia vs 48% Eu -, qualità – 56% Italia vs 71% Eu – e connettività – 44% Italia vs 60% Eu -) sono più basse dei valori europei. In particolare, per gli utenti italiani ci sono ampi margini di crescita nelle competenze digitali e nell’uso regolare di internet.

• Performance eGovernment in Italia:
o Servizi mobile friendly: 36% (media Eu 54%)
o Centralità dell’utente: 82% (media Eu 85%)
o Trasparenza: 54% (media Eu 59%)
o Servizi cross-border per i cittadini: 38% (media Eu 61%)
o Servizi cross-border per le aziende: 78% (media Eu 66%)
o Abilitatori chiave: 61% (media Eu 62%)

27/11/2017 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione