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Digital banking, Italia indietro: il problema è la gestione dei dati

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Le nostre banche sono lontane da quelle dei Paesi più avanzati nella svolta digitale

Segmentare l’offerta mettendo al centro di tutto il cliente: è questa la ricetta suggerita da Deloitte per lo sviluppo ottimale del digital banking. Gli istituti italiani, però, non sono in prima fila nella svolta innovativa: il primo problema emerso nell’incontro organizzato ieri a Milano, che ha visto anche confrontarsi diversi manager di gruppi come Banca Ifis e Nexi, è che le nostre banche fanno una gran fatica nell’organizzare e sfruttare i dati a disposizione. Proprio ciò in cui sono bravissime le Big Tech (Google, Facebook, Amazon, ecc.), che sull’utilizzo dei Big Data hanno costruito le loro fortune. A moderare l’incontro è stato Gianmaria Trapassi, partner di Deloitte Digital, che abbiamo intervistato (potete guardare il video sotto o sul nostro canale YouTube).

Sono stati illustrati alcuni casi pratici di banche provenienti da Paesi più avanzati nello sviluppo digitale: come la Santander, dalla Spagna. Questi istituti usano i loro dati a dovere per arrivare a proporre soluzioni di investimento “ad personam” al cliente finale. Dem personalizzate, contenuti pubblicitari accattivanti e indirizzati alla persona giusta nel momento giusto. Come il caso della pubblicità di Barclays, che ha inviato ai suoi clienti 180mila video diversi, in cui si riferiscono a ognuno con i propri riferimenti (nome, dati del conto) ed è proposto un finanziamento su misura. Strepitoso.

Chiaro che un sistema del genere non può che facilitare il lavoro del consulente, il quale si trova già la strada spianata dal lavoro di advertising della propria mandante, con cui eventualmente può coordinarsi per restare aggiornato sui contenuti risultati più interessanti ai propri clienti. Un qualcosa che si può facilmente dedurre, ad esempio, dal tempo dedicato alla visualizzazione di una pagina o di un video. Ma per poter fare un lavoro del genere, servirebbe una svolta innovativa da parte degli istituti. Un cambiamento che la spinta FinTech e l’arrivo di concorrenti GAFA (dal 2019 Facebook proporrà pagamenti via WhatsApp e Messenger), rende a dir poco necessario. In ballo c’è qualcosa di grande come la sopravvivenza nel mercato finanziario di domani.

 

23/11/2018 | Categorie: Economia e Dintorni , Investimenti Firma: Luca Losito