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DEBITO HY europeo, raddoppia in 5 anni

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Dal produttore di tram in Svizzera alla catena di cinema inglese, oggi il mercato dell’high yield europeo a breve offre un’ampia gamma di interessanti obbligazioni corporate.
Il punto di Roman Gaiser, head of high yield di Pictet Asset Management.

 
Gaiser, il comparto Pictet-EUR Short Term High Yield ha appena compiuto cinque anni. Come si è evoluto questo mercato e quali sono state le performance del fondo?
 Da quando abbiamo iniziato a investirvi, nel 2012, questo mercato si è progressivamente evoluto fino a diventare più vasto, più eterogeneo e più liquido. L’universo di investimento – obbligazioni non-investment grade con scadenze fino a quattro anni – è cresciuto, passando da 80 miliardi di euro a 150 miliardi, mentre il numero di società che emettono questo tipo di debito è salito da 70 a 180, poco più della metà delle aziende del mercato HY nel complesso. Si tratta di una tendenza strutturale: le aziende utilizzano sempre più il mercato high yield per finanziarsi, dato che dopo la crisi finanziaria del 2008 le banche concedono meno prestiti. Il mercato ora comprende molti titoli ben noti. Mi sono anche imbattuto in alcune società che contribuiamo a finanziare ogni giorno, dal costruttore di tram con cui mi sposto a Ginevra all’operatore telefonico francese che uso a Parigi alla catena di cinema inglese dove sono andato di recente a vedere un film. A nostro parere questa crescita strutturale proseguirà nei prossimi anni.
Guardando indietro, come si è comportato il fondo negli ultimi cinque anni? 
Ci sono stati diversi eventi destabilizzanti: la crisi del debito sovrano europeo, il Taper Tantrum (l’aumento dei rendimenti dei Treasury Usa nel 2013), la crisi delle commodity e ovviamente la Brexit. Il fondo comunque si è dimostrato resiliente, persino nel 2014, anno in cui diverse società si sono dichiarate insolventi verso le proprie obbligazioni: il portafoglio ha tenuto bene e ha registrato una performance moderatamente positiva. Questo mi rende fiducioso verso il nostro approccio, che punta a offrire un rendimento stabile e a tenere sotto controllo la volatilità. 
Come si controlla la volatilità? 
Controlliamo con successo la volatilità dei rendimenti acquistando debito con scadenze limitate. Ad esempio, almeno il 90% del portafoglio è investito in titoli che hanno una scadenza di quattro anni. Fissare un limite consente di proteggere il portafoglio in caso di un irripidimento della curva dei rendimenti obbligazionari, che si verifica quando i rendimenti sulle scadenze più lunghe aumentano in misura maggiore rispetto Fixed Income Monthly – Debito HY europeo a breve: cinque anni dopo a quelli dei titoli a breve. Poniamo un tetto anche alle nostre posizioni nel debito finanziario (sono ammessi solo i titoli senior) e nei bond di fascia CCC; entrambe le categorie infatti rappresentano al massimo il 10% del patrimonio. Questo permette di contenere la volatilità e di ridurre possibili perdite di capitale. Nel 2016 siamo riusciti a ridurre l’entità dei crolli nel valore del portafoglio dai massimi ai minimi durante i periodi di stress di mercato. All’inizio dell’anno il Comparto ha perso l’1,5% in termini mark to market, meno della metà rispetto all’intero mercato HY europeo. Anche nei giorni successivi al referendum britannico sulla Brexit avevamo sovraperformato l’indice del mercato allargato. Nel 2016 il Comparto ha guadagnato complessivamente il 4,8% superando le nostre previsioni del 3-3,5%. Gli investitori potrebbero rinunciare a parte della performance offerta dalle obbligazioni ordinarie detenute fino alla scadenza prefissata in favore dei rendimenti più elevati dei callable bond. Tuttavia, il nostro approccio rende il portafoglio più difensivo, garantendo una rendita stabile e un rischio di perdita limitato. Così gli investitori possono dormire sonni tranquilli.
 
Quali sono le previsioni per il mercato del debito high yield europeo a breve termine nei prossimi anni e quali rischi state monitorando in particolare? 
Negli ultimi anni gli investitori del debito HY hanno beneficiato del calo dei rendimenti dei titoli di Stato e della contrazione degli spread. A nostro parere, a medio termine gli spread potrebbero ampliarsi leggermente, ma dovrebbero essere sostenuti dall’impegno della Banca Centrale Europea di contenere i costi di finanziamento per favorire la ripresa economica. Il miglioramento dei fondamentali economici è positivo per il mercato dell’high yield e le previsioni relative al tasso di insolvenza si confermano attorno all’1,5-2% al di sotto della media di lungo periodo (3,8%). La futura riduzione del volume di acquisto di obbligazioni da parte della BCE potrebbe colpire soprattutto i titoli di fascia BB e settori, come quello delle utility, in cui il posizionamento degli investitori è eccessivamente ottimista. Crediamo che i rendimenti del tratto a breve della curva delle obbligazioni aumenteranno a un ritmo moderato, consentendoci di reinvestire denaro nel tratto a 3-4 anni e beneficiare di rendimenti più elevati. Inoltre, se tassi più alti riflettono fondamentali economici più robusti anche il debito high yield europeo dovrebbe trarne vantaggio; gli emittenti solitamente sono aziende di medie dimensioni i cui utili sono generati prevalentemente a livello nazionale. Anche se i rendimenti europei aumentassero, il nostro approccio basato sulla scadenza ultima dovrebbe proteggere gli investitori da potenziali perdite. Fixed Income Monthly – Debito HY europeo a breve: cinque anni dopo Tra i trend positivi a lungo termine del mercato europeo del debito high yield a breve segnaliamo la crescente qualità creditizia degli emittenti obbligazionari. La quota di emissioni con rating BB è aumentata a circa il 72% del mercato (rispetto al 67% di un anno fa). Ciò riflette in parte l’aumento dei “fallen angels” – bond che hanno perso la classificazione investment-grade – ma anche il costante miglioramento dei fondamentali delle società e la loro capacità di ripagare il debito. Questo non significa che possiamo abbassare la guardia. Monitoriamo i rischi politici in Europa, tra cui le elezioni in Olanda, Francia e Germania e seguiamo con particolare attenzione le trattative del Regno Unito per uscire dall’Unione Europea.
 

  

22/02/2017 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione