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Consulenza in bilico tra tecnologia e bassa remunerazione

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Questa la risposta di alcuni CF alla domanda: “Come vedi la consulenza nei prossimi anni”

L’articolo “Consulenza, come i CF vedono il futuro della professione” – pubblicato ieri, 25 ottobre, su questo sito – ha avuto un forte impatto sui consulenti finanziari.
Molte le risposte che sono giunte sulla mia mail personale.
Ecco quelle più salienti.
Concordi con loro o hai altri punti di vista? Scrivimi a jonathan.figoli[at]professionefinanza.com.

 

Caro Jonathan,

sono d’accordo con te, ma anche con il collega. Sono un inguaribile ottimista al riguardo nella nostra professione, ma è inevitabile che per fare poco risultato oggi ci voglia uno sforzo immenso e che la remunerazione sia certamente diversa.
Io dico che è un’evoluzione naturale alla quale occorre adattarsi. A fare questo lavoro (bene) rimarranno solo coloro che hanno passione per questo difficile ma affascinante mestiere, che è uno dei più complessi, perché oltre a una grande preparazione (continua) serve gestire relazioni con le persone su un argomento (quello della finanza in generale) che è l’eccellenza dell’instabilità e dell’incertezza (e vero motore del nostro lavoro). Insomma, preparazione e capacità di relazione servono entrambe e ad alti livelli.
Credo comunque che ci sia davvero moltissimo da fare nel campo dell’informazione finanziaria (sono d’accordo con te) e finché c’è così molto da fare credo che spazi per la nostra professione ce ne saranno ancora. Ma occorre prepararsi a fare tanta fatica (fatica in più rispetto al passato). Del resto, se ci pensi, è così anche in altre professioni.
Bisogna essere sempre più preparati, ma anche competitivi ed efficienti; e tutto questo ha un costo.
Su MiFID II anche io sono spaventato che l’eccessiva trasparenza (fatta di tante carte) abbia effetti controproducenti (rispetto all’obiettivo giusto che si dà la normativa). Dobbiamo pensare a una trasparenza che sia di sostanza, il più possibile comprensibile e facilmente fruibile da parte del risparmiatore, altrimenti si allontanerà sempre di più ed accumulerà ancora più liquidità di quella che già oggi preferisce detenere.

Un saluto,
Filippo

 

Ciao Jonathan,

ho letto sulle news di ProfessioneFinanza la tua risposta al consulente ligure. Certo la Liguria si sa, non ha sempre brillato per ottimismo! Tu sei ligure, ma non tutti hanno il tuo spirito e credo comunque che ci sia del vero nelle parole dello scrittore.
C’è un’avanzata tecnologica in corso  e se non facciamo nulla potrebbe inghiottirci come in passato ha fatto per altre professioni o attività.
Come contrastarla? Al momento, le persone non percepiscono il valore della consulenza perché di consulenza in Italia ne abbiamo sempre avuta/fatta poca.
L’obiettivo, forse, è stato persino di creare diseducazione finanziaria al fine di poter agire liberamente piazzando spazzatura in giro per l’Italia e non solo per l’Italia.
Solo un’azione congiunta da parte di tutte le reti, liberandosi da vincoli e conflitti di interesse, un’azione supportata anche dalle associazioni di categoria, dalle società di formazione e magari, dico “magari”, anche dal nostro Stato, potrebbe sensibilizzare le persone e gli investitori a comprendere il vero valore della consulenza finanziaria, come pianificazione corretta della propria vita futura…

Buon lavoro
Massimo

 

Ciao Jonathan,

sono Massimo e ho lasciato la banca nel 1984 per entrare in questo mondo che ho visto nascere e svilupparsi anche con gli occhi del manager, ruolo che ho ricoperto per molti anni per due aziende. L’evoluzione tecnologica e l’economia di scala ha svuotato questa professione di quello che ancora oggi, a dispetto di quanti pensano il contrario, rappresenta l’elemento fondamentale per avere successo: l’empatia che si riesce a trasmettere con il contatto umano diretto!
Grande aiuto dalla tecnologia, ma vuoi mettere l’entusiasmo e lo spirito di appartenenza che ti trasmetteva il formatore durante i suoi corsi di formazione? Vuoi mettere la grinta e la determinazione che ti trasmetteva il tuo manager nelle riunioni del lunedì? Ben altra cosa i corsi online e la trasmissione dei risultati settimanali via mail.

Nel colloquio con il cliente non è forse fondamentale il primo comandamento, rompere il ghiaccio e creare fiducia? Il mondo si evolve e forse io ragiono da “vecchio” di questo mestiere.
E i giovani? Certamente la nostra, oggi, è una professione per pochi, per chi ha grandi e consolidati portafogli (è noto che le aziende tendano a cessare il rapporto con i consulenti che non producono secondo gli standard indicati e a consolidare quelli su cui stanno scommettendo, di fatto diminuendo gli organici e… molto spesso, così facendo, abbassando le provvigioni corrisposte). Mi auguro che ci si inventi una formula di “accompagnamento ” e di incentivazione affinché si stimolino sempre più giovani ad avvicinarsi a questa professione che io considero ancora splendida e gratificante e piena di soddisfazioni. Ma lo deve essere anche economicamente!

Grazie
Massimo

 

Concordi con loro o hai altri punti di vista? Scrivimi a jonathan.figoli[at]professionefinanza.com.

26/10/2017 | Categorie: Mondo consulenti Firma: Jonathan Figoli