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Cina, un’armata urbana alla
guida del mondo dal 2030

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Le global cities cinesi saranno il principale motore economico dell’intero pianeta

Neanche i dazi di Trump possono impedire l’inevitabile. Nel 2030 le global cities della Cina, come riporta l’Ispi, guideranno la crescita globale. Questo grazie all’urbanizzazione accelerata (e impressionante) dei cinesi: nel 1978 erano solo 170 milioni a vivere nelle città, oggi sono 810 milioni. Un aumento spropositato dovuto ai continui flussi migratori interni dalle aree rurali a quelle dei grandi agglomerati urbani. E così nel 2025 esisteranno 221 conglomerati urbani con oltre un milione di abitanti, mentre oltre un miliardo di cinesi vivrà in aree urbane entro il 2030.

Un miliardo è numero enorme. Un’armata urbana pronta a trainare l’economia dell’intero pianeta. Secondo le stime del McKinsey Global Institute, nel 2030 dai consumatori cinesi urbani dipenderà infatti il 30% della crescita del consumo globale (circa 7.000 miliardi di dollari). Per quell’anno le città diventeranno infatti motori della crescita del Pil non solo nazionale ma mondiale, così come nel 2007 a produrre la metà del prodotto mondiale erano le città occidentali.

Gli equilibri si sono spostati ormai da tempo. E il 2030 sembra davvero essere l’anno definitivo per il passaggio di consegne tra Occidente e Cina. Chissà come la prenderà The Donald, che avrà allora 84 anni e con le sue idee protezionistiche (che pur stanno pagando nel medio e breve periodo) potrebbe essere definitivamente superato dal percorso evolutivo della società. Oggi le megalopoli con più di 10 milioni di abitanti sono ventitré. Nel 2025, ben 13 di queste saranno cinesi. L’armata urbana sta prendendo forma: semplicemente inutile provare ad arrestarla.

03/06/2019 | Categorie: Economia e Dintorni , Investimenti Firma: Luca Losito