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Bonus cap, strumenti di successo di BREVE periodo

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Si chiude con successo la prima serie di Bonus cap di Banca Imi. Il 9 giugno 2017 è stato, infatti, un giorno molto positivo per chi ha deciso di investire negli 8 Bonus cap certificate emessi da

Banca IMI esattamente un anno fa, ossia il 9 giugno 2016: tutti e 8 i certificate, giungendo alla scadenza naturale, hanno infatti corrisposto il massimo premio possibile, generando per l’investitore una performance che varia da un minimo dell’8% a un massimo del 18,8%, a seconda del certificate selezionato (vedere grafico).

Quella di giugno 2016 era la prima serie di Bonus cap certificate di Banca IMI con scadenza un anno emessi e quotati subito sul mercato SeDeX di Borsa Italiana.
“La strutture dei Bonus cap certificate di Banca IMI è semplice – spiega la società in una nota – se alla data di valutazione finale l’attività sottostante quota a un livello maggiore o uguale al livello barriera, il certificate rimborsa il prezzo di emissione maggiorato di un premio; in
caso contrario l’investitore riceve un importo corrispondente a quello che avrebbe ottenuto investendo direttamente nell’attività finanziaria sottostante”.
Tutti e 8 i Bonus cap certificate Banca IMI hanno corrisposto il premio previsto; tutti e 8 i sottostanti infatti, alla data di valutazione finale, avevano un valore maggiore al livello barriera:

 

Nel corso dell’ultimo anno l’istituto del gruppo Intesa Sanpaolo ha ampliato sempre di più la gamma degli strumenti di investimento disponibili, emettendo nuovi Bonus cap e Cash collect certificate.
Tra i Bonus cap quotati da Banca IMI nell’ultimo anno vi sono 16 certificate emessi a novembre 2016, i cui sottostanti hanno una distanza dalla barriera che varia dal 24% per il Bonus Cap su Eni (ISIN XS1523066014) al 60% per il Bonus Cap su STM (ISIN XS1518612020).
Di più recente emissione vi sono i Bonus cap emessi quest’anno a marzo, aprile e, infine, il 6 giugno. Peculiarità di questi ultimi 8 Bonus Cap è la scadenza a 18 mesi con rendimenti potenziali che variano dal 7,80% al 19,50% con un’ampia gamma di sottostanti, quali Banco BPM, Unicredit, Telecom Italia, Eni, Fiat Chrysler, Mediobanca, Deutsche Bank, Volkswagen.

 

11/06/2017 | Categorie: EconoPolitik , Investimenti Firma: Jonathan Figoli