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Bitcoin, il veto dell’India: 10
anni di carcere a chi lo usa

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Contrasto del governo indiano alle crypto

L’India sceglie la linea dura contro il fenomeno bitcoin. E sembra pronta a punire con il carcere fino a 10 anni chiunque usi le criptovalute private. Lo dice il giornale indiano The Economic Times, che riferisce di un panel di alto livello presentato dal Comitato interministeriale sulle valute virtuali al Ministero delle finanze. Insieme al progetto di legge dal titolo “Vietare la criptovaluta e regolamento sulla legge ufficiale sulla valuta digitale, 2019”.

Il governo indiano aveva costituito un Comitato interministeriale (IMC) nel 2017. Per studiare le questioni relative alle valute virtuali e proporre azioni specifiche da intraprendere in merito. Ora il governo ha ricevuto il rapporto finale del gruppo insieme al progetto di legge. E per quanto riguarda le crypto private, dopo aver rilevato i rischi a esse associati e la volatilità dei loro prezzi, il Comitato raccomanda proprio di vietarle nel Paese e di imporre multe e sanzioni per lo svolgimento di qualsiasi attività connessa con le crypto in India.

Invece per quanto riguarda la cryptovaluta ufficiale, ovvero statale (la rupia digitale, ndr), il Comitato ha proposto al governo di mantenere una regolamentazione più aperta. Inoltre, poiché le valute virtuali e la loro tecnologia di base sono ancora in evoluzione, il Comitato ha proposto che il governo istituisca un comitato permanente per rivedere le questioni affrontate nel rapporto come e quando richiesto. È veto al bitcoin, eccetto quello di Stato.

24/07/2019 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione