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Bitcoin sotto i 4mila dollari, Ricchebuono: “Abisso o rinascita”

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L’esperto Alex Ricchebuono commenta in esclusiva la nuova crisi delle cryptovalute

“Ora l’abisso o la rinascita”, non vede mezze misure l’esperto di valute Alex Ricchebuono nel futuro turbolento delle monete digitali. Il Bitcoin, la cryptovaluta più famosa, è in caduta libera. Il suo valore è sceso sotto i 4mila dollari, lontanissimo dalla vetta toccata a fine 2017, quando aveva sfiorato i 20mila dollari. Il crollo del Bitcoin ha coinvolto anche l’intero mercato delle criptovalute, che è sceso profondamente. Passando dagli 800 miliardi nel mese di gennaio 2018 a un valore attuale pari a 130 miliardi di dollari. E ora il comparto rischia di implodere.

Cosa succede al Bitcoin e al mondo crypto?

Bitcoin la più importante e diffusa criptovaluta al mondo, ha perso oltre il 75% del suo valore rispetto ai massimi raggiunti poco meno di un anno fa e mai più nemmeno lontanamente sfiorati, chiudendo in questi giorni sotto i 3500 Dollari. Ma a soffrire è stato il settore nel suo complesso, la cui capitalizzazione è letteralmente crollata dagli oltre 700 miliardi di dollari di fine 2017 agli attuali 125. Il mondo è diviso in due, da una parte i sostenitori, che ritengono questi movimenti assolutamente comprensibili ed insiti nella natura stessa delle valute digitali, e dall’altro i sui detrattori che stanno già suonando le campane a requiem per tutto il settore e non solo per il Bitcoin. Chi avrà ragione? Nella seconda parte del 2017 le monete virtuali avevano conquistato tutte le prime pagine dei mass media internazionali, catalizzando l’attenzione del grande pubblico sulla spinta di una crescita esponenziale che ha attratto non pochi speculatori dell’ultima ora convinti da facili guadagni. Vero è che il valore di Bitcoin era già crollato repentinamente ed in maniera violenta almeno un altro paio di volte negli ultimi anni. Nel 2013 e nel 2015 infatti si erano viste situazioni analoghe, ma questa volta la perdita in termini assoluti è stata di gran lunga superiore”.

Come spiega una perdita di valore così importante?

La maggior parte degli analisti imputano questo crollo al timore di imminenti regolamentazioni ed alle sanzioni e limitazioni introdotte nel settore. Ma la realtà potrebbe essere un’altra, ben più tecnica e sottile. Infatti com’è risaputo una delle caratteristiche salienti di Bitcoin risiede nel fatto che possono essere prodotti soltanto 21 milioni di esemplari. La coniazione della cryptovaluta, chiamata in gergo mining, richiede equipaggiamenti informatici e software con costi esponenzialmente crescenti in funzione del numero di Bitcoin estratti. In molti ignorano il fatto che dal 2009 a oggi sono già stati minati oltre 17 milioni di esemplari. Dato che il costo energetico richiesto per la produzione è aumentato vertiginosamente vista la maggiore complessità dei calcoli necessari per trovare combinazioni non ancora validate, e che il premio per chi riesce a farsi approvare una catena di blocco si è via via dimezzato, dai 50 del 2010 agli attuali 12,5, oggi si apre un grosso interrogativo”.

Quale?

“È ancora conveniente coniare Bitcoin? Qual è il prezzo minimo che rende profittevole questa attività? Se tale limite dovesse essere superato al ribasso, quali le conseguenze? Queste sono le domande cruciali alle quali bisogna rispondere prima ancora di focalizzarsi sulla volatilità dei prezzi di questi mesi. Ad oggi vista l’opacità del sistema e la mancanza di trasparenza riguardo a chi siano i veri detentori delle cryptovalute ed i relativi costi ad essi associati, è assai arduo dare una risposta. Certo è che gli attuali ribassi mettono a seria prova questo sistema parallelo che esiste ormai da quasi 10 anni e che si trova a dover superare forse la sua prova più ardua. Con ogni probabilità le cryptovalute saranno in grado di camminare con le loro gambe se sapranno trasformarsi in un surrogato del denaro digitale, piuttosto che comportarsi come asset class speculative peraltro non regolamentate. Insomma, una morsa che potrebbe rivelarsi fatale. Oppure ritenere che si tratti di un’altra grande opportunità di acquisto se si fa parte del gruppo dei suoi sostenitori. Come dice Warren Buffet però il mercato può rimanere irrazionale molto più a lungo di chi può restare solvibile”.

27/11/2018 | Categorie: Economia e Dintorni , Investimenti Firma: Luca Losito