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Bernanke e Trichet: 2 banchieri centrali antitetici

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Passati i tempi dello strettissimo coordinamento di due anni fa, all’apice della crisi finanziaria, la Bce e la Federal Reserve si stanno muovendoin direzioni sempre più divergenti.

TRICHET E LA BCE:
L’Eurotower ha confermato il principale tasso europeo al minimo storico dell’1%, ma nel documento finale, che è sottoscritto da tutto il Consiglio direttivo, afferma che tutte le misure straordinarie di liquidità "sono in linea con il nostro mandato e per natura temporanee". Per questo motivo, il Consiglio continuerà a seguire "con grande attenzione" tutti gli sviluppi e aggiusterà secondo necessità l’orientamento monetario, il volume delle liquidità al mercato e i termini del finanziamento. Nuovi dettagli su tempi e modi di uscita dalle misure straordinarie saranno resi noti a inizio dicembre, quando saranno disponibili anche le previsioni aggiornate dello staff della Bce su crescita e inflazione con una prima stima per il 2012. Per Trichet, non si può definire "normale" una situazione che vede le banche in diversi Paesi europei ancora troppo dipendenti dal finanziamento straordinario della Bce, un problema sul quale la Bce "riflette costantemente".

BERNANKE E LA FED: All’indomani della decisione della Fed di iniettare altri 600 miliardi di dollari nel sistema per ravvivare l’economia attraverso acquisti di titoli di Stato, il dollaro ha reagito scendendo a un minimo odierno di 1,4282 ma Trichet ha annunciato di "avere fiducia" nelle dichiarazioni delle autorità statunitensi, da Bernanke a Geithner fino ad Obama, di "non voler giocare la carta del dollaro debole". Ma più che i timori sull’euro, e quindi sulla tenuta dell’export europeo, o le mosse della Fed, a rendere sempre più complicata la strategia di uscita della Bce sono le divergenze, "naturali", secondo Trichet, all’interno dell’Eurozona tra Paesi ancora a rischio e altri in ottima salute, prima fra tutte la Germania.

CONCLUSIONI: Resta "qualche timore" di nuove turbolenze sui mercati, ha detto Trichet, ed è "chiaro" che bisogna rafforzare la fiducia di mercati e cittadini sulla capacità dei Governi di risanare i propri bilanci.

05/11/2010 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Vincenzo Polimeno