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Bce, riecco il bazooka:
da giugno rilancio QE

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La risposta alla recessione

Le stime messe a punto dallo staff della Bce per l’impatto economico della pandemia sull’Eurozona indicano “che anche una profonda recessione di circa il 5% nel 2020 appare ora un esito favorevole, con scenari più gravi che indicano una contrazione fino al 12% del Pil“. E il consiglio direttivo “dovrà essere pronto ad aggiustare il Pepp e potenzialmente altri strumenti” alla riunione d’inizio giugno, se vedrà che le dimensioni dello stimolo sono inferiore a quanto necessario. Lo scrive la Bce nelle minute del meeting del consiglio direttivo di fine aprile.

L’allarme degli spread

Gran parte degli spread dell’Eurozona si sono allargati rispetto al Bund. E a fine aprile “in alcune giurisdizioni gli spread erano tornati temporaneamente normali, o avevano persino superato i livelli osservati prima dell’annuncio del programma di emergenza pandemica (Pepp). A contribuire al rialzo degli spread – scrive la Bce – le aspettative di maggiori necessità di emettere debito e l’alta incertezza che prevale circa l’impatto economico e finanziario della crisi”.

L’allerta sui conti pubblici

“Le banche centrali da sole possono fare fino a un certo punto, e dunque devono giocare un ruolo centrale le politiche di bilancio“, lo dice, in un podcast diffuso dalla Bce, il membro del comitato esecutivo e capo economista della Bce Philip Lane, che parla di un “grosso shock” per l’economia dell’Eurozona dovuto al Coronavirus. Della serie, okay al Quantitative Easing e agli aiuti. Ma i Paesi devono fare il loro riordinando i conti e cercando di attenersi il più possibile alle regole continentali per il contenimento del deficit. Anche durante la pandemia.

28/05/2020 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione