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BANCHE USA: NEL 2009 I FALLIMENTI VICINO QUOTA 100

Dall’inizio dell’anno a oggi sono quasi 100 le banche Usa trascinate alla bancarotta dalla crisi finanziaria, contro le 26 del 2008 e le quattro del2007. Per la precisione 98 al 2 ottobre, quando alla lista si sono aggiunte le due piccole Southern Colorado Bank e Jenning State Bank (entrambe con patrimoni e asset compresi tra 30 e 50 milioni di dollari),ma anche Warren Bank (niente a che fare con Buffet), peso medio da500 milioni di asset e di depositi. Ma, i fallimenti più significativi sono stati ben altri. In primis Colonial Bank (Alabama), che ad agosto halasciato sul tappeto 25 miliardi di dollari di asset (i 20 miliardi di depositisono stati però garantiti da un’altra banca, come quasi sempre accade inquesti casi), seguita poco dopo dalla Guaranty Bank di Austin (Texas) con 13 miliardi volatilizzati prima della fine dell’estate. Terzo fallimentoin ordine di entità, infine, Corus Bank di Chicago.

In questo caso, sonostati 7 i miliardi di patrimonio sfumati. Complessivamente, su quasi 100istituti di credito solo una decina superava il miliardo di dollari di asset: un segno di facile lettura, ovviamente, che indica come in una crisi come quella in atto i soggetti finanziariamente più deboli, pur se radicati sul territorio. Secondo Joseph Stiglitz, economista Usa e premio Nobel, «negli Stati Uniti si stanno perdendo una gran quantità di quattrini nelle banche, ma l’amministrazione sembre riluttante a faer ciò che è necessario». Una presa di posizione dura che però non ha incontrato il favore degli analisti (che, guarda caso, lavorano in grandi banche d’affari): «Le banche fallite erano già tutte quasi morte – ha detto al The Guardian Jim O’Neill, capo economista di Goldman Sachs – Noi, per esempio, siamo andati e tornati dall’inferno, ma ora siamo sulla strada della ripresa».

14/10/2009 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Vincenzo Polimeno