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Banche, “regalo” natalizio:
su i costi dei conti correnti

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Piovono aumenti sulle spese dei conti correnti: un trend motivato dagli istituti anche con i tassi negativi imposti dalla Bce, che hanno svalutato la loro liquidità

Gli istituti di credito aumentano le spese

Natale, si sa, è tempo di regali. Ma non sempre le sorprese sono gradite. I correntisti, ad esempio, non faranno salti di gioia quando scopriranno che sotto l’albero le banche faranno trovare dei rincari sui costi del conto e sulle spese per le singole operazioni. Un trend diffuso quello dei rialzi, con un aggravio anche sui conti digitali che finora erano rimasti fuori dall’ondata di aumenti, e che tra i “giustificati motivi” comunicati ai clienti vede anche i tassi negativi imposti ormai da tempo dalla Bce.

Così “cancellano” i ribassi della Bce

Così, gli istituti di credito hanno deciso di scaricare indirettamente sui correntisti le perdite della liquidità restituita al ribasso da Francoforte. C’è anche chi ha pensato bene di farlo direttamente, come UniCredit, che dal 2020 applicherà tassi negativi per chi tiene fermi in deposito più di 100mila euro. Le altre banche (Fineco, Che Banca!, UBi Banca e non solo), invece, pur di evitare una scelta così drastica hanno aumentato le spese di tenuta conto e delle operazioni. Inserendo anche incentivi per chi sposta la liquidità sugli investimenti.

Il trend e lo scenario macroeconomico

Dunque non sarà un Natale così piacevole per i clienti, che dovranno prestare maggiore attenzione alle varie voci presenti sugli estratti conto. Almeno fin quando lo scenario macroeconomico non cambierà e magari Christine Lagarde opterà per un’inversione di rotta, alzando i tassi e facendo salire il costo del denaro. Una boccata d’ossigeno per gli istituti di credito, una mazzata per l’economia reale. Che almeno al momento resta imballata, come testimonia il +1,1% sul Pil nel 2019 dell’Eurozona.

10/12/2019 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Luca Losito