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Azioni, perché e come inserirle in un portafoglio

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L’investitore italiano, da sempre alla ricerca della cedola, considera l’investimento in azioni come un qualcosa di “residuale” e di altamente speculativo. Invece, per il futuro, dovremmo guardare tutti al mercato azionario con attenzione, un giusto atteggiamento, e un’attenzione crescente.

Le azioni: rischio a breve termine, rendimento a lungo termine

“Le azioni sono così rischiose, nel breve periodo, che mi chiedo perché mai un investitore doverebbe detenerle. Se tuttavia guardo il loro rendimento nel lungo periodo, mi chiedo come mai la gente non investa molto in azioni”. A parlare è il prof. Jeremy Siegel della Warton School ed autore del best seller “Stocks for the Long Run” i cui studi dimostrano in modo inequivocabile la superiorità dell’investimento in azioni rispetto ai bond, a patto che siano rispettate alcune condizioni.

La mediterranea irrazionalità dell’investitore italiano

La ragione per cui al risparmiatore italiano si rizzano i capelli al solo sentire parlare di azioni sta nel fatto che l’investimento in capitale di rischio è per lo più vissuto come un’operazione di breve termine, speculativa e concentrata su pochi titoli.

L’esatto contrario di ciò che dovrebbe essere. Pensare di detenere un investimento per dieci o più anni impaurisce l’investitore italiano, che tuttavia è disposto a immobilizzare il proprio capitale in bond per durate equivalenti o superiori in cambio di guadagni minori.

Se è dimostrato che un portafoglio di azioni diversificato ha ottime probabilità di offrire rendimenti elevati nel lungo periodo, e se effettivamente il risparmiatore italiano è disposto ad attendere come dimostrano i sottoscrittori dei BTP lunghi, come mai tanta avversione al mondo azionario?

Credo che la risposta vada cercata nell’irrazionalità del risparmiatore italiano, nutrita dalla mancanza di chiarezza in merito alle caratteristiche che un investimento in azioni deve avere.

Come e quanto investire in azioni

Massima diversificazione. Per evitare di subire fluttuazioni eccessive in caso di calo dei mercati, magari in seguito a una crisi economica o finanziaria come quella del 2007-2008, è bene diversificare l’investimento il più possibile. Invece di rincorrere il mercato o il settore che presenta le migliori prospettive, con il rischio di investire in quel fondo o fondi che in passato hanno reso di più, è più saggio fare un investimento sull’intero mercato azionario globale. I consulenti che proporranno ai clienti un investimento in fondi azionari internazionali renderanno loro un ottimo servizio. Ad un portafoglio così strutturato si potranno sempre aggiungere prodotti “di nicchia” che tuttavia ruotano attorno al fulcro principale rappresentato dalle azioni globali.

Minimo costo. Riuscire ad ottenere rendimenti costantemente superiori all’indice MSCI World non è facile. L’efficienza dei mercati che lo compongono è tale che per i gestori è tutt’altro che semplice cimentarsi nella sfida. La scelta di un prodotto a basso costo, tra i tanti disponibili, aumenterà le performance a lungo termine di un investimento in azioni, potenziando i rendimenti. Per ottimizzare fiscalmente il portafoglio è bene inoltre optare per un fondo ad accumulazione, ossia con reinvestimento automatico dei dividendi incassati. In questo modo il prelievo fiscale si concentrerà tutto al momento del disinvestimento, ovvero avanti nel tempo.

Lungo periodo per davvero. La quota investita in azioni globali potrà variare da un minimo del 20% ad un massimo del 70%. A guidare la scelta, oltre alle preferenze individuali, anche l’orizzonte temporale. Tanto più esso è lontano tanto maggiore potrà essere la quota azionaria del portafoglio.

Anche portafogli con un’ottica di breve periodo, diciamo 3-5 anni, beneficeranno della presenza di una quota bassa di azioni in portafoglio, per due ragioni.

Anzitutto azioni e bond sono poco o negativamente correlati, il che significa che un portafoglio composto da entrambi gli strumenti avrà un profilo rischio-rendimento migliore di uno fatto solo da uno di essi.

In secondo luogo con i rendimenti dei bond ai minimi storici è impensabile credere di ottenere un guadagno solo dalle obbligazioni. Per avere un ritorno decente occorre immobilizzare il capitale per parecchi anni, ma se si è disposti a farlo, perché a questo punto non investire anche in azioni?

Due errori da evitare per un investimento di successo

Cercare di battere il mercato individuando il momento di ingresso e di uscita dallo stesso trasforma un gioco vincente in uno perdente. Sebbene le azioni abbiano offerto rendimenti elevati nel lungo periodo, pochi investitori hanno effettivamente ottenuto quei guadagni.

La ragione sta nel fatto che ingressi e uscite frequenti, fatte soprattutto dopo un rialzo o un forte ribasso, finiscono per penalizzare le performance che gli investitori otterranno.

Uno studio fatto nel 2004 da Anima SGR dimostra che la differenza di rendimento tra il mercato e quello ottenuto dagli investitori può essere pari a diversi punti percentuali l’anno, con conseguenze devastanti nel lungo periodo.

Quando investi in un portafoglio diversificato devi essere ben consapevole che “il tutto si comporta in modo diverso dalle parti”. Quindi non valutare l’investimento azionario, grande o piccolo che sia, come se si trattasse di un portafoglio “staccato” dal resto.

Controlla l’andamento del portafoglio nel suo complesso e non come “somma delle parti”. Se sei un consulente aiuta i tuoi clienti a fare altrettanto.

E ricorda che “un punto di volatilità è senza significato, un punto di rendimento è senza prezzo”. Soprattutto nel lungo periodo.

23/07/2018 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione