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Ancora indagini su 2.000 contribuenti

Il  “nuovo” scudo fiscale prorogato sino al 30 aprile  avrà aliquote superiori . Infatti  per i movimenti compiuti  da dicembre a fine febbraio l’imposta da versare all’Erario sarà del 6% contro il 5% originale, mentre per le regolarizzazioni di marzo e aprile si verserà  il 7%. La prima versione del provvedimento voluto da Tremonti si era chiusa a metà dicembre con una regolarizzazione globale (il che non corrisponde agli effettivi rimpatri) di 95 miliardi.
La Guardia di finanza e l’Agenzie delle Entrate indagano oltre 2 mila contribuenti (imprenditori, notai, professionisti, sportivi, vip dello spettacolo)  che hanno trasferito nei paradisi fiscali nel periodo tra  il 2007 e il 2008 una cifra che si pensa superi i 2 miliardi di euro.
La maggior parte dei soggetti sottoposti ad accertamenti sono residenti in Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. Unica regione virtuosa, secondo quanto risulta dalle indagini in corso da parte dell’amministrazione fiscale, è la Valle d’Aosta, sulla quale sono  comunque in corso indagini.
Secondo la Guardia di Finanza  i soggetti indagati  sarebbero  “persone che hanno portato all’esterno capitali superiori a 500,000 euro ciascuno, aiutati da intermediari finanziari”. Le destinazioni finali dei capitali sarebbero paesi comunitari ed extra come Svizzera, Singapore, Liechtenstein e Panama.
Gli accertamenti  sarebbero nati  da un  confronto incrociato tra le registrazioni dei trasferimenti di capitale nei registri dell’anagrafe tributaria, cui sono tenuti gli intermediari finanziari e   le dichiarazioni dei redditi dei soggetti in questione. Nello specifico alla registrazione delle operazioni di trasferimento non farebbe da contraltare nella dichiarazione dei redditi in esame, l’annotazione relativa alla detenzione di attività all’esterno.
Spetterà ora alle stesse persone per le quali sono in corso accertamenti dimostrare la regolarità delle transazioni effettuate. Lo ribadisce un comunicato dell’Agenzia delle Entrate. La nuova normativa infatti, fortemente voluta dal Ministro dell’Economia Tremonti, ha stabilito che deve essere il contribuente sottoposto ad accertamenti, a provare di aver operato in modo lecito.
 

28/02/2010 | Categorie: Il caso della settimana Firma: Redazione