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Analisi Economica Fondamentale per la settimana dal 28/09 al 02/10

Particolarmente importanti, oltre ai dati macro che continuano a segnalare il miglioramento in corso ed il suo probabile proseguimento anche nei prossimi mesi, le dichiarazioni di alcune Banche centrali tra cui la Federal Reserve, che il 23 settembre scorso ha “certificato” il miglioramento della situazione economica affermando che la crescita è tornata dopo una profonda recessione: nel comunicato conclusivo della riunione la Fed ha fatto cenno anche alla ripresa del comparto da cui la crisi è partita, ormai oltre due anni fa, dichiarando che è migliorato il settore delle case. Stesso atteggiamento da parte della Banca d‘Inghilterra, che riconosce il recupero dell’economia avvenuto nel periodo estivo e parla di riduzione dei rischi al ribasso per la crescita, pur mettendo in guardia circa la possibilità di una ripresa illusoria.

I tassi interbancari e la parte breve delle curve dei rendimenti sono tenute in prossimità dei minimi dalla prospettiva di politiche monetarie accomodanti che verranno mantenute tali ancora per molto tempo (la Fed ha parlato di tassi ufficiali ai minimi ancora “per un periodo prolungato”) mentre la parte lunga della curva trova giustificazione di rendimenti relativamente bassi da un lato nella scarsa forza della ripresa economica e dall’altro nell’assenza di attese di tensioni sui prezzi.

La settimana prossima verranno rese note molte statistiche relative alla fiducia dei consumatori, sia nell’Area euro che negli Stati Uniti, i dati finali sui Pmi della manifattura nell’Area euro, l’Ism manifatturiero per gli Stati Uniti e soprattutto la settimana si concluderà con i numeri relativi al mercato del lavoro statunitense: ad oggi il mercato stima che a settembre siano stati persi circa 190mila posti di lavoro. Sul mercato interbancario, le modifiche sulle quotazioni riguardano da tempo solo il terzo
decimale, ma continuano ad essere comunque al ribasso, né ci si può attendere nel breve periodo una inversione di tendenza viste le dichiarazioni sulle prospettive di politica monetaria da parte delle principali Banche centrali. All’ultimo fixing della settimana la curva euribor quotava rispettivamente lo 0,44% sulla durata ad un mese (invariato rispetto all’ottava precedente), lo 0,74% su quella a tre mesi (‐2bp), l’1,02% sulla scadenza semestrale (‐1bp) ed infine l’1,23% su quella a dodici mesi (‐2bp). Variazioni al ribasso anche per la maggior parte dei tassi impliciti sui derivati di mercato monetario, che si mantengono sui minimi di periodo: il contratto con scadenza dicembre 2010 alle quotazioni attuali ha un tasso implicito appena superiore all’1,80%.

Sul mercato dei cambi, oltre alla già citata correlazione tra biglietto verde e ritorno verso asset più rischiosi degli investitori (per effetto del carry trade), due sono stati gli eventi che hanno condizionato il dollaro: la Fed per la sua politica accomodante sui tassi e il G20 per il ruolo che lo stesso dollaro dovrà ricoprire nel contesto mondiale post crisi. L’effetto conclusivo è sempre di debolezza del dollaro, mitigata solo dal ritracciamento degli indici azionari di questi giorni. Nel corso dell’ottava, da segnalare anche il calo della sterlina sulle dichiarazioni del governatore della Banca d’Inghilterra circa i benefici per l’economia del Regno Unito dovuti alla debolezza della divisa.

Il cross eur/usd, dopo aver fatto segnare i massimi in area 1,4850 punti, obiettivo che rappresenta i valori di consolidamento del movimento ribassista dell’agosto‐settembre 2008, ha ritracciato sui realizzi del mercato azionario. Anche gli oscillatori sono rientrati dai livelli di ipercomprato con l’Rsi che si è riportato sotto la soglia dei 70 punti in area 60. La tendenza rialzista di medio periodo resta inalterata, con il prossimo target rappresentato dalla forte resistenza psicologica collocata a 1,50 punti.

Poche novità per il cross eur/jpy, che resta sempre posizionato all’interno di un ampio canale di medio periodo che coincide con i minimi collocati in area 127 ed i massimi in area 139 punti. In un’ottica di breve, il movimento laterale è ancora circoscritto al range
132‐135 punti. La divisa giapponese si rafforza contro il dollaro con il cross usd/yen che ha toccato i nuovi minimi dal febbraio scorso in area 90 punti.

Si mantiene debole la sterlina, con il cross eur/gbp che abbandona anche la resistenza collocata in area a 0,90 che rappresenta i livelli dei rimbalzi tecnici di febbraio e di aprile del movimento ribassista del 2009: nuovi minimi in successione continua non solo contro
l’euro ma anche contro il dollaro con l’indice che ha rotto la soglia di 1,60 toccando il livello più basso dallo scorso giugno.

(Fonti: Reuters ; Bloomberg; BNL gruppo BNP Paribas)

29/09/2009 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione