NEWS

Analisi Economica Fondamentale per la settimana dal 27 al 31 Luglio 2009

Immagine di anteprima

Si va confermando un deciso ritorno dell’investimento verso strumenti di maggior rischio, agevolato innanzitutto dal fatto che il promettente avvio della stagione degli utili aziendali è proseguito anche in questa settimana con risultati superiori alle attese per molte società.
Il ritorno degli investitori su asset più rischiosi è confermato da molti indicatori di mercato:

1) i principali indici azionari hanno segnato una serie consecutiva di sedute in rialzo ;

2) gli spread di credito si sanno riducendo notevolmente;

3) lo spread tra i titoli di Stato italiani e tedeschi è tornato a scendere e si è portato con decisione sotto la soglia dei 90bp, che rappresenta i minimi dallo scorso maggio;

 4) la riduzione nel costo del credito è evidente nella correlazione fra obbligazioni corporate e titoli di Stato;

5) sul mercato valutario, le divise utilizzate per le operazioni di carry trade (ci si indebita nelle valute con tassi di interesse bassi e si investe sui mercati di valute con tassi di interesse più elevati), ossia in questa fase il dollaro e lo yen, sono tornati ad indebolirsi nettamente nei confronti dell’euro.

Negli Stati Uniti indicazioni molto positive sono emerse dalle statistiche sulle vendite delle case esistenti, aumentate a giugno del 3,6% rispetto ad un’attesa del +1,3%, ma soprattutto dal mercato del lavoro.
La settimana prossima il quadro verrà arricchito dai dati sulla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti e nell’Area euro, da statistiche sui prezzi nell’Area euro e, negli Stati Uniti, da alcuni indici sull’attività manifatturiera e sugli ordinativi e soprattutto dalla prima stima sul Pil del Q2 (il consenso di mercato si attesta attualmente su un +1,5% trimestrale annualizzato, in netta ripresa rispetto al -5,5% segnato nel primo trimestre di quest’anno).

Bernanke ha infatti segnalato che alla migliorata situazione dei mercati finanziari si accompagna una schiarita nelle prospettive dell’economia ed ha sottolineato che la Fed sta già esaminando le modalità dell’”exit strategy”, ossia i modi per uscire dalla condizione di politica monetaria estremamente accomodante perseguita negli ultimi due anni, nel momento in cui la situazione lo richiederà; la Fed potrà alzare i tassi prima che l’eliminazione delle altre misure sia stata completata (ha comunque anche affermato che le condizioni estremamente accomodanti permarranno ancora a lungo).

Ricordiamo che il rischio del permanere di una politica troppo accomodante in una fase di ripresa potrebbe comportare significativi rischi sull’inflazione, sui quali al momento la maggioranza dei componenti della Fed (ma non la totalità, come è emerso dalle minute pubblicate le scorse settimane) si attende un tasso di inflazione contenuto nel prossimo biennio.

Un’ultima notazione sul mercato del lavoro: secondo il Presidente Bernanke la disoccupazione raggiungerà un picco alla fine di quest’anno, ma resterà al di sopra del tasso sostenibile nel lungo termine ancora per tutto il 2011. Le minute della Banca d’Inghilterra relative all’incontro dello scorso giugno hanno evidenziato che secondo i banchieri centrali inglesi le aspettative di medio periodo su crescita ed inflazione sono restate più o meno invariate rispetto al mese precedente, ma probabilmente si è ridotto il rischio al ribasso per il Pil e leggermente incrementato quello al rialzo per l’inflazione di breve termine.

La prossima settimana sarà diffuso il Beige Book della Federal Reserve, che fornirà le basi per la discussione al prossimo incontro previsto per il 12 agosto.
In settimana si è confermato il lento, ma inesorabile calo dei tassi interbancari, a fronte di un tasso Eonia (tasso overnight) che si conferma intorno allo 0,35% e che spinge in ulteriore ribasso anche i tassi interbancari a scadenza maggiore.

Sul mercato dei cambi, non muta il quadro generale di ritorno all’appetito per il rischio e di rialzo degli indici azionari, contesto che favorisce la divisa unica e le valute minori ed a più altro rendimento: in settimana la coronona svedese a +3,9% contro euro, la corona norvegese a +1,9% ed il dollaro neozelandese ed australiano intorno all’1,30%. Dicevamo che il mercato valutario, in una fase in cui i tassi restano sostanzialmente poco variati, resta condizionato dall’andamento del mercato azionario: non è un caso che in questi giorni il biglietto verde abbia toccato i minimi delle ultimi sette settimane contro l’euro ed in generale sia sui minimi contro il paniere di valute principali. Nel grafico sottostante è riportato l’andamento comparato dell’indice Dax e del cross eur/usd (con scale differenti) per evidenziare la correlazione positiva tra le due variabili.

Per quanto riguarda il cross eur/usd, il quadro grafico non muta sostanzialmente con l’indice che resta confinato sulla parte alta di un canale di breve periodo compreso tra 1,3750 ed 1,43 punti. Il trend rialzista del cross avviato nelle prime sedute di marzo resta ancora valido con prima resistenza collocata appunto in area 1,4350 che potrebbe spingere l’indice fino al test dei massimi di metà dicembre in area 1,45 punti.

Il cross eur/jpy resta ancora confinato in un’area laterale abbastanza ampia compresa tra i 127 punti ed i massimi dello scorso metà giugno in area 139: lentamente il cross si sta spostando verso la parte alta con il posizionamento di questa settimana in area 134-135. Abbandonati i minimi di area 92,0-93,0 per il cross usd/yen che si riporta in prossimità dei 95punti indicando che la divisa giapponese resta la valuta preferita per il carry trade.

Questo contributo è stato gentilmente offerto da Forexpros – Il portale informativo sul forex

27/07/2009 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione