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Almunia fa sul serio: ammonisce la Germania

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"Riformare il sistema bancario è giustificato oltre ogni dubbio". Non aveva aggiunto il termine "ragionevole", ma il senso delle parole pronunciate da Joaquin Almunia davanti ai banchieri nel corso di un incontro, che si è svolto l’altro giorno presso la Federazione bancaria europea, era chiarissimo.

ANTITRUST UE:
Come è chiara la linea che seguirà nei prossimi mesi il responsabile dell’Antitrust Ue: dal primo gennaio ogni banca europea che avrà bisogno del sostegno pubblico sotto forma di capitale o di misure per gestire gli asset deteriorati (quella mina vagante di cui si parla sempre meno nei consessi europei e invece rappresenta una delle palle al piede per la ripresa normale dei flussi del credito all’economia) dovrà sottoporre a Bruxelles un piano di ristrutturazione.

EXIT STRATEGY: Che la "exit strategy" nel sistema bancario sia in corso è molto chiaro, anche se si tratta di una uscita dal sostegno pubblico molto graduale, calibrata, a piccoli passi. E’ un fatto che la Commissione intende prolungare il regime di crisi (che prevede la prosecuzione di facilitazioni e flessibilita’ nella concessione degli aiuti pubblici) per tutto il 2011, ma ha posto alcune condizioni e diversi accorgimenti per rendere in parte più costoso (per le banche) l’intervento pubblico e rimuovendo la distinzione tra banche fondamentalmente sane e banche "stressate" che era fondata sulla quantità di aiuto ricevuto.

NUOVE REGOLE:
Non solo: condizioni di mercato permettendo, dal primo gennaio 2012 ci saranno nuove regole per il salvataggio e l’aiuto pubblico alle ristrutturazioni bancarie, regole attualmente in preparazione. Che Almunia intenda fare sul serio lo si è capito con la fermezza con cui sta gestendo il caso WestLb, banca regionale tedesca che sta lottando contro un declino che comincia ad apparire inevitabile.

IL CASO WESTLB:
L’Antitrust europeo ha deciso di lanciare un messaggio che in Germania ha avuto l’effetto di una frustata: non può più essere esclusa la prospettiva di uno smantellamento, prospettiva che più passa il tempo più rischia di diventare inevitabile. Già nel maggio 2009 era chiaro quale sarebbe stato il futuro per WestLB, che ha sempre agito anche come banca centrale e come collegamento con i mercati finanziari globali per le casse di risparmio del Nord Reno Westfalia e del Brandeburgo: il prezzo per essere stata salvata dallo stato sarebbe stato il sostanziale dimezzamento delle attività. Ma ora che Bruxelles è arrivata alla conclusione che WestLb sta beneficiando di nuovi aiuti pubblici in più per 3,4 miliardi di euro rispetto a quanto annunciato inizialmente, non c’è più tempo da perdere: o la banca deciderà nuove misure di ristrutturazione o dovrà rimborsare progressivamente l’aiuto.

REAZIONE GERMANIA: Apriti cielo: il Land della Renania Nord Westfalia, azionista di riferimento, ha giudicato l’intervento comunitario "incomprensibile" mentre da Berlino un portavoce delle Finanze si è limitato a osservare che il governo non pensa di arrivare a un fallimento di una istituzione che tiene le fila del più importante "network" bancario tedesco. Il fatto che il chi-va-là di Almunia sia arrivato il giorno dopo la rottura dei contatti tra WestLb e la banca bavarese BayernLb per creare la terza banca tedesca dopo Deutsche Bank e Commerzbank (con funzioni di banca centrale per circa 180 casse di risparmio in Baviera e nella Renania Nord Westfalia) aggiunge tensione a tensione. Siamo alla solita punta dell’iceberg. Ai banchieri europei, il responsabile dell’Antitrust europeo ha spiegato con molta franchezza che in Europa ci sono due casi "più difficili" all’ordine del giorno per quanto concerne le ristrutturazioni nel settore bancario: Germania e Irlanda.

IRLANDA E GERMANIA: Contrariamente alle banche irlandesi, quelle tedesche soffrono maggiormente per l’esposizione agli investimenti esteri a causa della bassa profittabilità delle attività al dettaglio e commerciali in Germania. Il crollo della finanza facile ha comportato salvataggi a catena da parte del governo che hanno riguardato sia grandi gruppi come Commerzbank, Ikb e Hypo Real Estate sia banche regionali come Sachsen Lb, Bayern Lb, Lbbw, Hsh Nordbank e, naturalmente, West Lb. In totale si è trattato di misure autorizzate per oltre 615 miliardi di euro, pari al 26% del pil (per l’Irlanda la Commissione ha autorizzato misure per 286 miliardi di euro pari al 170% del pil equivalenti a 60.000 euro per irlandese).

BANCHE REGIONALI UE:
Tutte le banche regionali sotto inchiesta Ue necessitano una profonda ristrutturazione, un nuovo orientamento del business che richiedono risorse finanziarie molto più grandi di quelle di cui hanno bisogno le banche irlandesi. Bruxelles respinge l’idea che, visti i futuri gravami sulle banche in termini di regolazione e requisiti di capitale, debba essere messa in secondo piano la difesa dell’equilibrio concorrenziale nel momento in cui il peggio è passato e in Europa nessuno teme più una crisi bancaria sistemica. Ciò non significa che condurrà strategie a sorpresa.

GIOCO D’AZZARDO?
E, infatti, continua a confermare che la "exit strategy" sarà molto "soft", prolungata nel tempo e annunciata in modo che non si creino aspettative distorte. Senza mai, pero’, rinunciare a un punto: nessuno può negare che una parte non secondaria delle attività del settore bancario deve essere considerata a tutti gli effetti "gioco d’azzardo", un gioco che ha rischiato di far tracollare l’economia mondiale. "Ognuno, sia settore pubblico che settore privato, ha la responsabilità di assicurare che ciò non avvenga più". Parola di Almunia.

08/11/2010 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Jonathan Figoli