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2011, Altri aiuti di Stato al sistema bancario

Oramai è ufficiale che il 2011 il regime speciale per gli aiuti di stato alle misure di sostegno alle banche nel contesto della crisi finanziaria sarà prorogato anche per tutto il 2011.

GARANZIE E AIUTI DI STATO. Gia’ dal primo luglio 2010 la Commissione ha applicato condizioni piu’ rigorose per valutare la compatibilita’ delle garanzie pubbliche, mediante l’introduzione di una commissione di garanzia maggiorata e il nuovo obbligo di presentare un piano di redditivita’ per i beneficiari che si avvalgono delle nuove garanzie e superano una certa soglia di tutte le passivita’ in essere garantite, sia in termini assoluti che in relazione alle passivita’ totali. La Commissione ha espressamente limitato la portata di tali regimi di garanzia modificati alla seconda meta’ del 2010. Considerata l’attuale situazione del mercato e visto il breve lasso di tempo trascorso dall’introduzione delle nuove condizioni di prezzo, allo stato attuale Bruxelles non  ritiene necessario adeguare ulteriormente le condizioni suddette. I regimi di garanzie pubbliche per i quali l’approvazione degli aiuti di Stato scade alla fine del 2010 possono pertanto essere autorizzati per altri sei mesi, cioe’ fino al 30 giugno 2011, alle condizioni introdotte dal luglio 2009.

BANCHE SANE E NON SANE.  All’inizio della crisi, la Commissione ha fatto una distinzione tra le istituzioni finanziarie non sane/in difficolta’ e quelle fondamentalmente sane, vale a dire tra le istituzioni finanziarie che risentono di problemi strutturali endogeni legati, ad esempio, al loro particolare modello aziendale o alla loro strategia di investimento e le istituzioni finanziarie i cui problemi derivano per lo piu’ da una situazione gravissima nel contesto della crisi finanziaria e non dalla solidita’ del loro modello commerciale, da inefficienze o da un comportamento eccessivamente imprudente. Tale distinzione si basa su una serie di indicatori definiti nella comunicazione sulla ricapitalizzazione: adeguatezza patrimoniale, spread  dei credit default swap (Cds), rating attuale delle banche e relative prospettive, tra cui l’entita’ relativa della ricapitalizzazione. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, la Commissione ritiene che gli aiuti ricevuti sotto forma di ricapitalizzazione e di misure di sostegno a fronte  di attivita’ deteriorate che superano il 2 % delle attivita’ delle banche ponderate per il rischio possano fungere da indicatore per distinguere le banche fondamentalmente sane  da quelle in difficolta’. La ricapitalizzazione di una banca in difficolta’ comporta l’obbligo di presentare un piano di ristrutturazione alla Commissione, mentre per la ricapitalizzazione di una banca sana occorre presentare un piano di redditivita’. La motivazione iniziale all’origine della distinzione tra banche sane-banche non sane e della fissazione di una serie di indicatori, tra cui una soglia del 2 % delle attivita‘ delle banche ponderate per il rischio, era il timore che il fabbisogno di capitale derivante dal deterioramento delle attivita’, dalle maggiori aspettative dei mercati riguardo ai livelli patrimoniali delle banche e dalle difficolta’ temporanee di reperimento di capitali sui mercati inducesse le banche sane a ridurre i prestiti all’economia reale per evitare di dover presentare un piano di ristrutturazione al momento di ricorrere alle risorse statali. Attualmente, tuttavia, le banche hanno minori problemi a reperire capitale sui mercati o, ad esempio, attraverso una mancata distribuzione degli utili, e possono pertanto soddisfare il proprio fabbisogno di capitale senza ricorrere agli aiuti.

PIANO RISTRUTTURAZIONE.  L’ammontare del capitale reperito dalle istituzioni finanziarie sul mercato e’ notevolmente aumentato nel 2009 e nel 2010, a dimostrazione del rinnovato accesso delle istituzioni finanziarie ai mercati dei capitali e della preparazione ai nuovi requisiti normativi. Per questo la distinzione tra banche sane e banche in difficolta’ non viene piu’ ritenuta pertinente per individuare le banche che devono discutere con la Commissione in merito alla loro ristrutturazione. Di conseguenza, alle banche che nel 2011 ricorreranno ancora allo Stato per il reperimento di capitale o per misure di sostegno a fronte di attivita’ deteriorate dovrebbe essere imposto di presentare alla Commissione un piano di ristrutturazione da cui risulti che le banche sono fermamente decise a intraprendere gli sforzi di ristrutturazione necessari e a ripristinare la redditivita’ senza indebiti ritardi. A decorrere dal 1° gennaio 2011, pertanto, tutti i beneficiari di nuove ricapitalizzazioni o di misure di sostegno a fronte di attivita’ deteriorate saranno tenuti a presentare un piano di ristrutturazione.
L’indicazione e’ chiara: le banche devono prepararsi a ritornare a normali condizioni di mercato senza sostegno da parte dello Stato a mano a mano che il settore finanziario emerge dalla crisi. Cio’ costituisce un incentivo per le singole istituzioni che hanno ancora bisogno di aiuti ad  accelerare la necessaria ristrutturazione, consentendo al tempo stesso una flessibilita’ sufficiente per tenere debitamente conto di circostanze potenzialmente diverse che incidano sulla situazione di varie banche o di mercati finanziari nazionali.

06/12/2010 | Categorie: Economia e Dintorni Firma: Redazione