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Trump, PROTEZIONISMO e prosperità

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L’insediamento del Presidente Trump ha fatto riemergere preoccupazioni di natura protezionista. La direzione della politica resta incerta, visti i numerosi messaggi e obiettivi contrastanti emersi nei primi giorni di attività della nuova amministrazione. A questo proposito nell’ultimo report mensile Investment Research firmato AXA Investment Managers, il Research & investment strategy team si dichiara "consapevole delle forti incertezze che offuscano le prospettive future". Ma il risultato dell’analisi degli esperti è condensato nel titolo del report stesso:  “La protezione porterà più prosperità”.

 
Ecco in breve i punti salienti:
– A partire dal suo discorso di insediamento, il presidente Donald Trump ha riportato alla ribalta il tema del protezionismo.
– I principali membri dell’amministrazione Usa non considerano i vantaggi della globalizzazione dal punto di vista ortodosso del vantaggio comparato.
– Il Congresso appare diviso sulla possibilità di gestire la rilocalizzazione mediante una riforma degli incentivi fiscali alle imprese o adottare misure più dirette di natura protezionista.
– Oltre ad aver già ritirato il Paese dal Tpp e aver avviato le trattative per una rinegoziazione del Nafta, il presidente americano ha facoltà di imporre restrizioni e dazi doganali sulle importazioni.
– Gli Stati Uniti potrebbero accusare apertamente la Cina di manipolazione della valuta e imporre dazi mirati, con possibili effetti negativi sul settore dei computer e prodotti elettronici, e su componenti elettrici e apparecchiature.
– Una politica dei dazi doganali mirati comporterebbe un forte rischio di ritorsioni da parte della Cina, destinate molto probabilmente ad aggravarsi e a incidere non solo sulle economie di Stati Uniti e Cina, ma su quelle di tutto il mondo.
– La riforma della tassazione delle imprese rappresenta una via alternativa per far fronte a questi problemi. "Anche se l’attuale piano dei Repubblicani alla Camera (Blueprint) dovrebbe ridurre gli incentivi alla delocalizzazione della produzione all’estero, riteniamo che dietro l’attuale proposta della tassa di confine (BTA) si nasconda una misura protezionista", concludono gli esperti.
 

  

01/03/2017 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione