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L’estratto conto assicurativo INPS: se lo conosci, lo usi (bene).

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Premesso che l’estratto contributivo vuol essere una specie di  fotografia della vita contributiva del lavoratore, e che disporne per tempo, non solo costituisce il primo passo per conoscere i propri diritti onde meglio difenderli, ma consente di fare delle valutazioni sulle decisioni da prendere anche in termini di previdenza integrativa, si ritiene utile far seguire un breve decalogo delle “prime” cose da sapere e da fare (specie per la regolarizzazione del pregresso) e degli obiettivi che si possono conseguire da una corretto utilizzo di questo veramente prezioso documento:

                1) lo si può ottenere anche via internet (www.inps.it), oppure rivolgendosi di persona ad uno Sportello della Sede INPS competente per territorio (quella più vicina alla propria abitazione) oppure ancora attraverso le apposite “macchinette automatiche” normalmente collocate presso ogni Sede INPS, inserendo il tesserino color verde ove è riportato il proprio codice fiscale

                2) immediatamente dopo, è consigliabile redigere un pro-memoria accurato della propria vita lavorativa e confrontarne il contenuto con quanto registrato sull’estratto conto INPS, in riferimento a tre elementi di fondamentale importanza : a) i periodi di tempo (in anni, mesi e settimane) in cui si è prestata attività lavorativa, che si ritengono coperti dalla relativa contribuzione b) eventuali “buchi” contributivi (sempre che non si tratti di periodi di inoccupazione) ai fini dei possibili interventi di recupero contributivo, e  c) gli importi delle retribuzioni lorde percepite ( o dei redditi lordi imponibili lordi, nel caso di lavoratore autonomo) almeno degli ultimi 10/15 anni, posto che essi incidono direttamente sull’importo della spettante pensione.

                3) a questo punto, fare un elenco delle omissioni, delle inesattezze, degli errori, delle lacune risultanti dal confronto tra i documenti suddetti, e predisporre la relativa documentazione giustificativa e di sostegno. Non resta quindi che segnalare per iscritto tutto quanto di inesatto ed errato sia stato rilevato, richiedendo con apposita domanda – da rivolgere al Reparto Contributi della Sede INPS competente per territorio – la “regolarizzazione della propria posizione assicurativa” e quindi la riemissione di un “nuovo e più aggiornato” estratto conto contributivo.

                4 ) ove siano stati rilevati “buchi contributivi” ingiustificati – semprechè non si tratti di periodi di inoccupazione lavorativa – è bene accertare  se essi sono collocati o meno in un ambito temporale di 10 anni andando a ritroso dal momento in cui è stata rilevata la omissione stessa. Ciò per verificare se per gli stessi sia scattata o meno la prescrizione decennale  che – come tutti sanno – non rende possibile  alcun  intervento di recupero contributivo  in  sede amministrativa. Ove la prescrizione non sia scattata, ci si rivolge  al Reparto Vigilanza dell’INPS col presentare la denuncia della eventuale omissione contributiva, naturalmente documentando l’intercorso rapporto di lavoro in ogni modo (fotocopia del libretto di lavoro,fogli paga e retributivi,lettere di assunzione e licenziamento,ecc.).

5) Se invece è scattata  la prescrizione, l’interessato ha dalla sua la possibilità di richiedere all’INPS (documentando esaurientemente l’intercorso rapporto di lavoro) di potersi sostituire all’inadempiente datore di lavoro, versando cioè personalmente la contribuzione omessa, di cui si accolla ogni onere. Il riferimento legislativo da invocare è l’art. 13 della legge 1338/1962. Come si comprende, si tratta di “estremi rimedi” che – a volte – possono benissimo giustificare anche un esborso notevole di denaro, come nel caso in cui “un pugno di contributi” non consente il raggiungimento della soglia dei requisiti per il diritto alla pensione oppure (più raramente) il limite dei 18 anni di contributi maturati al 31/12/1995 per fruire del più favorevole  metodo retributivo di calcolo dell’importo della pensione.

                6) Spesso a non essere registrato è il servizio militare: è il caso di provvedere con tutta urgenza a richiederne l’accredito (gratuito) alla propria posizione assicurativa allegando alla relativa domanda in carta semplice – da indirizzare alla Sede INPS competente per territorio – il foglio matricolare rilasciato dal Distretto Militare di appartenenza. Aggiungere questa contribuzione “figurativa”agevola il raggiungimento dei requisiti voluti dalla legge per il pensionamento. 

                7) Sono moltissimi coloro che ad un periodo di lavoro prestato come dipendente privato (con iscrizione al F.P.L.D.) , fanno seguire un periodo di attività come lavoratore autonomo (con iscrizione alla Gestione Speciale degli artigiani, dei commerciante e dei coltivatori diretti). E’ bene sapere che per la utilizzabilità pensionistica della duplice tipologia contributiva non è necessario alcun intervento da parte del lavoratore , in quanto la pensione che l’INPS liquiderà sarà costituita dalla somma di due “spezzoni” pensionistici determinati rispettivamente dall’una e dall’altra contribuzione versata.

                8 ) Diverso (e più frequente) è il caso di chi oltre alla contribuzione da dipendente privato e da lavoratore autonomo (commerciante,artigiano) abbia versato anche dei contributi alla  Gestione Separata INPS per via di una attività di libera consulenza (ex Co.Co.Co. per intenderci) : al momento, questa  contribuzione è  incumulabile con quella pregressa  e dà   luogo al compimento del 65° anno di età, ad un trattamento pensionistico speciale denominato “pensione supplementare” perchè si aggancia alla pensione “primaria” costituita dal trattamento ordinario di  vecchiaia o da  quello anticipato in godimento.

9  ) Fin qui si  è sfiorata  solo la punta dell’ iceberg della questione: posto che   attraverso questo documento l’INPS si limita ad indicare la anzianità contributiva maturata alla data di emissione dell’estratto conto stesso, e preso atto che notoriamente l’Istituto “non fa consulenza”, succede che rimane in piedi e quindi si differisce a migliore occasione la soluzione della problematica pensionistica – di solito assai complessa – eventualmente sul tappeto (convenienza economica ed opportunità del riscatto della laurea, presenza di contribuzione proveniente da Stato od Enti Locali, o Casse di liberi professionisti, contributi volontari ENASARCO per il diritto a pensione in caso di svolgimento di attività “indipendente”,  eventuale lavoro all’estero, avere una idea  del “primo appuntamento possibile con la pensione” e  del suo importo almeno “a spanne”, e tanto altro ancora)..

                10) l’auspicio è che  questa “migliore occasione” per un potenziale Cliente  coincida con l’incontro con un “Promotore Finanziario” competente e sensibile che – direttamente o per il tramite di un Esperto Previdenziale che sia sempre a portata di mano  fornisca in sede di pianificazione complessiva un  “servizio in più”  costituito dalla soluzione della  suaccennata problematica   concretizzando   quella consulenza effettivamente a 360° verso la quale ormai sta indirizzandosi a nuclei sempre più compatti l’esercito dei Consulenti Finanziari.

 

di  Domenico Attardi  

 

Questo articolo è scritto in collaborazione con il blog http://previdenzaindipendente.wordpress.com

15/12/2008 | Categorie: Finanza personale Firma: Redazione