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Unicredit apre all’AUMENTO più grande d’Italia

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Con una cifra monstre da 13 miliardi di euro, è stata inaugurata oggi la più grande operazione di finanza straordinaria mai realizzata in Italia. A lanciarla è Unicredit, in anticipo rispetto a quanto previsto, dal momento che inizialmente si era ipotizzata una finestra nel secondo trimestre dell’anno. 

In Borsa, però, prevalgono le vendite: in mattinata, le azioni – che dopo lo stacco del diritto di opzione ripartivano sul listino di Milano dal valore di 13,11 euro – cedevano oltre il 2%, mentre il diritto di opzione perdeva più di 6 punti percentuali. 
 
Per capire la portata dell’operazione bisogna confrontarla con la capitalizzazione di Unicredit, che è di circa 16 miliardi di euro (in aumento di circa il 25% negli ultimi tre mesi)  
La struttura dell’operazione – che si concludera il 23 febbraio per la parte ordinaria e il 10 marzo per l’esercizio dei diritti sull’inoptato –  prevede un prezzo di offerta dei titoli a 8,09 euro per azione, con un rapporto di opzione di 13 nuove azioni ordinarie ogni 5 vecchie azioni di ogni categoria detenute. Per la negoziazione dei diritti ci sarà tempo invece solo fino al 17 febbraio. Da rilevare che il prezzo rappresenta uno sconto del 38% sul Theoretical ex right price (Terp), che indica il prezzo teorico di un’azione, dopo lo stacco del diritto di opzione relativo a un aumento di capitale
 
Intanto gli occhi vanno ai conti del gruppo che verranno diffusi il 9 febbraio. In ogni caso, qualche giorno fa, la banca guidata da Jean Pierre Mustier aveva già dato alcuni ragguagli importanti sull’andamento del 2016 che  si chiuderà con una perdita di 11,8 miliardi di euro, frutto anche della maxi-pulizia dei crediti deteriorati.  
 
L’aumento di capitale – che darà un volto nuovo alla banca di piazza Gae Aulenti sul fronte della solidità patrimoniale e probabilmente anche un nuovo assetto proprietario – servirà per rimettere in forma il più grande istituto di credito italiano, schiacciato da pesanti eredità che hanno prodotto circa 59 miliardi di non performing loan ancora in portafoglio.  
 
Si è trovato intanto un accordo con i sindacati sul fronte degli esuberi: il management e i rappresentanti dei lavoratori hanno, infatti, trovato un’intesa su 3.900 uscite volontarie, a fronte di 2mila assunzioni  
 

  

05/02/2017 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione