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Analisi di mercato – I governatori hanno finito le cartucce

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In seguito all’introduzione dei tassi negativi da parte di diverse Banche Centrali, sembra che i queste siano ormai a corto di munizioni di politica monetaria. 

“Le Banche Centrali si trovano in una posizione molto difficile. Devono comportarsi come se avessero ancora molti strumenti nella loro cassetta degli attrezzi.  Ma se si legge tra le righe, stanno dicendo che sono molto vicine alla fine. C’è davvero poco altro che possono fare in termini di immissione di stimoli”, afferma Keith Wade, Chief Economist & Strategist di Schroders.
“Inoltre – prosegue Wade – i tassi negativi comportano diversi effetti indesiderati, soprattutto sul sistema bancario e sulla sua profittabilità. Anzi, potrebbero risultare controproducenti. Il prossimo focus deve essere fiscale, piuttosto che monetario. 
 
 “Ciò che vedo è che le Banche Centrali si stanno appellando ai Governi, chiedendo stimoli fiscali”, osserva poi Wade. Gareth Isaac, Fund Manager, Fixed Income di Schroders, concorda: non esistono opzioni alternative reali. “Nel Regno Unito, il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne sta inasprendo la politica fiscale, il che è contro-intuitivo. E durante la crisi dell’Eurozona abbiamo assistito allo stesso fenomeno”, spiega Isaac.
“Di solito, quando si cade in recessione o in un periodo di bassa crescita economica, si ha un effetto duplice per cui da un lato si tagliano i tassi d’interesse e dall’altro i governi aumentano la spesa e riducono la pressione fiscale. Questo non è quello che sta succedendo ora ed è il motivo per cui si è trascinata questa lunga ripresa apatica”.
 
Che cosa rimane per stimolare l’economia globale? A detta di Isaac, le Banche Centrali non possono fare molto altro per stimolare l’economia, se non prendere misure estreme, come il cosiddetto “helicopter money” (stampare moneta da distribuire ai cittadini) o la monetizzazione del debito (dove un governo emette nuovo debito direttamente alla Banca Centrale, aumentando quindi la base monetaria).
 
Non è detto che arrivi nemmeno lo stimolo fiscale di cui c’è bisogno. Anzi. “Nella migliore delle ipotesi possiamo sperare che in Europa allentino un po’ i vincoli, permettendo ai cosiddetti ‘stabilizzatori automatici’ di funzionare (aumento della spesa per i benefit e calo delle entrate da tasse societarie e individuali), e che non ritorni lo stesso tipo di austerità del passato”, conclude Wade.
 
A cura di Keith Wade, Chief Economist & Strategist e Gareth Isaac, Fund Manager, Fixed Income, Schroders.

  

22/04/2016 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione