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I mercati emergenti raggiungono la maggiore età.

In un’economia globale che cresce a rilento, colpita dagli effetti della crisi finanziaria, i mercati emergenti presentano promettenti possibilità di investimento. È quanto affermano gli esperti di Invesco nell’ultimo numero de Market Update. “Nell’attuale contesto di mercato, questa classe di attivo offre agli investitori un’opportunità di crescita grazie a rendimenti più elevati associati a possibilità di diversificazione che possono rivelarsi preziose”, commenta Ingrid Baker, Responsabile Mercati Emergenti di Invesco Global Equity di Atlanta, citando gli elementi essenziali che contraddistinguono i mercati emergenti: un andamento demografico favorevole, tassi di crescita superiori alla media, un settore dei consumi in piena evoluzione, ottime finanze pubbliche e valutazioni relative interessanti.

Negli ultimi anni i paesi asiatici, sudamericani e dell’Europa dell’est, dove le crisi economiche e valutarie sono ormai un lontano ricordo, hanno registrato una crescita costantemente superiore rispetto alle economie sviluppate. Come classe di attivo, i mercati emergenti hanno ormai raggiunto la maggiore età: dai tempi della crisi asiatica, la loro costante sovraperformance rispetto ai mercati sviluppati è stata interrotta solo dalla fuga verso porti sicuri causata dalla recente crisi finanziaria globale. “Per quanto sia poco probabile che si realizzi, riteniamo che uno dei maggiori rischi per i mercati emergenti riguardi la possibilità che i mercati azionari globali si riavvicinino ai minimi raggiunti nel marzo 2009”, ha affermato Erik B. Granade, Responsabile investimenti di Invesco Global Equity di Atlanta.

“In uno scenario simile, ci aspetteremmo un ritardo dei mercati emergenti rispetto al mercato relativamente più sicuro degli Stati Uniti. Per contro, negli ultimi mesi sui mercati emergenti si è verificata una netta ripresa della performance relativa.
Impegnati nel difficile compito di ridurre i livelli di indebitamento e gli effetti negativi sulla ricchezza, i Paesi sviluppati sono destinati ad assistere ad una lenta ripresa. Granade ritiene pertanto che “difficilmente gli investitori potranno ignorare gli interessanti tassi di crescita delle maggiori economie in via di sviluppo come Cina e India”. Sebbene questi tassi di crescita non reggano il confronto con i livelli raggiunti negli anni prima della crisi, secondo Granade “le scarse opportunità di crescita sottostanti dovrebbero giustificare pienamente l’ampliamento dell’esposizione verso i titoli azionari dei mercati emergenti”.

Gli esperti di Invesco sottolineano che i mercati emergenti trattano a sconto rispetto al mercato statunitense su tutti i multipli: prezzo/utile, prezzo/patrimonio netto, prezzo/cash
flow e rendimento da dividendi. Nonostante la maggiore crescita intrinseca, che si riflette nella redditività (ROE) sottostante, secondo gli esperti questo sconto di valutazione è legato più a rapporti storici che non ai fondamentali attuali. Anche se l’indice broad-based non
statunitense tratta a livelli ancora più convenienti, ciò è giustificato a loro parere dall’attuale profilo di crescita dei mercati emergenti. Alla luce dei diversi fattori macroeconomici e fondamentali che sostengono i mercati emergenti, gli esperti si aspettano inoltre che gli investimenti in questa classe di attivo continuino a offrire vantaggi in termini di diversificazione, oltre a un maggiore rendimento potenziale intrinseco.

14/10/2009 | Categorie: Investimenti Firma: Redazione