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90° Giornata Mondiale del Risparmio: i Consumi delle famiglie italiane

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Come ogni anno, in occasione della Giornata Mondiale del Risparmio, l’Acri presenta i risultati dell’indagine sugli Italiani e il Risparmio, che da quattordici anni realizza insieme a Ipsos per questa occasione. Analizziamo il focus dell’indagine riguardante i consumi delle famiglie italiane.

 

I primi anni di crisi hanno visto la pesante riduzione dei risparmi e degli investimenti, da alcuni anni l’elemento che sicuramente viene più colpito sono i consumi, come è risultato evidente anche dall’andamento dell’inflazione al momento dell’ultimo aumento di un punto dell’Iva. Tutti i settori hanno subito ampie contrazioni negli ultimi due anni, sia perché il numero di chi è in difficoltà rimane molto elevato, sia perché tutti – a prescindere dalla propria personale situazione – tendono a fare economie.

 

I settori dove i tagli dei consumi sono stati maggiori appartengono (come nel passato) soprattutto al fuori-casa, anche se i ridimensionamenti, pur sempre ampi, in generale sono meno elevati rispetto al 2013:

 

·       Viaggi e vacanze sono stati ridotti negli ultimi anni dal 60% degli italiani, contro il 6% che li ha incrementati; il saldo negativo è di 54 punti percentuali, grossomodo stabile rispetto ai 55 del 2013. Il 34% ha tenuto costanti i consumi di viaggi e vacanze.

 

·       Il 59% per cento degli italiani dichiara di aver ridotto la propria frequenza nei ristoranti, bar e pizzerie negli ultimi 2-3 anni, solo il 4% dichiara di averla incrementata e il 37% di averla tenuta costante: il saldo negativo tra chi ha incrementato e chi ha ridotto è di 55 punti percentuali (l’anno scorso era -61).

 

·       Cinema, teatro e concerti registrano una contrazione presso il 55% degli italiani, solo il 4% ne ha incrementato la fruizione; il 41% è stabile. Il saldo è negativo di 51 punti percentuali (un anno fa era negativo per 53 punti).

 

·       A queste tipologie di consumo deve essere affiancata quella relativa a vestiario, abbigliamento e accessori, che registra una riduzione presso il 52% degli italiani, un incremento presso il 7%, mentre il 41% dichiara di non averlo modificato. Ciò genera un saldo negativo di 45 punti, sempre drammatico ma lievemente inferiore a quello del 2013 (47 punti percentuali).

 

Gli ambiti che invece registrano pesanti saldi negativi: 28 punti percentuali nella cura della persona (era negativo di 30 punti percentuali nel 2013), 25 nei giochi e nelle lotterie (era negativo di 31 punti nel 2013), 28 punti nel settore di libri, giornali e riviste.

 

Saldi meno drammatici tra chi ha ridotto i consumi e chi li ha aumentati per prodotti alimentari e per la casa, elettronica ed elettrodomestici, telefono e telefonia e spese per auto, moto e spostamenti.

In un unico ambito gli italiani non sono tanto disposti a ridurre i consumi: quello dei medicinali. In questo caso – pur dominando la stabilità, con il 60% di italiani che dichiara di farne un uso uguale al passato – coloro che ne hanno incrementato il consumo (30%) sono assai più di coloro che lo hanno ridotto (10%); il saldo è, dunque, positivo e persino superiore a quello del 2013 (+20 punti percentuali nel 2014, +18 nel 2013). Un incremento elevato si registra anche presso le famiglie che hanno sperimento importanti difficoltà nel mantenere il proprio tenore di vita.

 

La contrazione dei consumi risiede non solo nell’esiguità delle risorse, ma soprattutto nell’atteggiamento dei consumatori: infatti, molto spesso, al pari degli altri, anche coloro che non hanno avuto problemi adottano comportamenti di consumo sempre più cauti.

 

Nel dettaglio:

 

·       Chi ha un tenore di vita in peggioramento ha dovuto tagliare ogni spesa: per ogni categoria di prodotti prevalgono coloro che ne hanno drasticamente ridotto il consumo.

 

·       Anche coloro che hanno dovuto faticare per mantenere il proprio tenore di vita sono stati costretti ad essere più attenti in ogni tipologia di consumo: questi soggetti sono però quelli che hanno fatto registrare il maggior aumento nel consumo di farmaci.

 

·       Chi ha mantenuto costante la propria qualità di vita senza difficoltà è ricorso comunque a diffusi ridimensionamenti, in particolare per il fuori casa, l’abbigliamento e i giochi. Al contempo ha incrementato le spese per telefono e telefonia, mantenendo costanti le spese per auto, moto e spostamenti e per l’elettronica e gli elettrodomestici, gli alimentari e i prodotti per la casa.

 

·       Persino i pochissimi il cui tenore di vita è migliorato hanno molto ridotto le spese per ristoranti e pizzerie, viaggi e vacanze, cinema, teatro e concerti, vestiti e accessori e giochi in denaro. Hanno mantenuto costanti le spese per la cura della persona e incrementato le spese per auto, moto, spostamenti e prodotti alimentari. Ma, soprattutto, hanno speso di più per telefonia ed elettronica, che sembrano rappresentare il vero “piccolo lusso” dell’era attuale.

 

Come già messo in luce nelle passate edizioni di questa indagine, dunque, per le famiglie italiane la ridefinizione dei consumi è ormai strutturale: una razionalizzazione delle spese è sempre più sistematica, sia tra le famiglie colpite dalla crisi sia tra quelle che non hanno sperimentato particolari problemi. La sensazione è che l’atteggiamento parsimonioso sia determinato – ove non dal bisogno – da due grandi forze: la prima, forse minoritaria, che induce a un consumo più responsabile, attento alla qualità, allo spreco, a rifuggire la logica del consumo fine a se stesso: insomma un nuovo equilibrio di consumo, che non verrebbe particolarmente alterato né dal miglioramento del reddito disponibile né dall’uscita dalle condizioni generali di crisi. La seconda, forse più diffusa che, al di là delle risorse finanziarie disponibili, induce a consumare lo stretto necessario a causa di una mancanza di fiducia nel futuro, una fiducia che sembra sempre più necessario rafforzare se si desidera far ripartire i consumi.

30/10/2014 | Categorie: Finanza personale Firma: Denise Tagnin