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PMI – Le strategie 2014 per uscire dalla crisi

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Sono disponibili da oggi i dati relativi alla seconda edizione del sondaggio internazionale, realizzato da GFK Eurisko per Zurich Insurance Group (Zurich), sull’attività delle Piccole Medie Imprese negli ultimi 12 mesi.

 

PMI Italiane

 

Nel corso dell’ultimo anno il 12% delle PMI italiane ha ridotto il personale e il 9% ha dovuto contenere gli stipendi dei propri collaboratori per affrontare il perdurare della crisi economica.

Per far fronte all’elevato livello di competitività e al protrarsi del calo della domanda, il 20% delle PMI ha inoltre ridotto i prezzi; va però sottolineato che il dato, confrontato con l’edizione 2013 dell’indagine (24%), fa emergere un leggero miglioramento.

 

Il 22% delle PMI italiane, in linea con il dato globale (21%) si sono concentrate sulla diversificazione della gamma dei prodotti e dei servizi per attrarre nuovi clienti ed espandere la propria attività; segnale di un rinnovato ottimismo soprattutto se si considera che le PMI italiane che si sono impegnate ad ampliare l’attività verso il mercato locale (11%) e ad espandere le esportazioni (12%) sono raddoppiate rispetto all’estate 2013.

 

A fronte di una crescita economica che rimane modesta, l’8% delle PMI italiane ha valutato l’opportunità di chiudere, ed è più che raddoppiato (9%) il numero delle imprese che hanno chiesto nuovi investimenti o ampliamenti delle linee di credito per proseguire l’attività e finanziare la crescita.

 

Europa

 

In Europa, hanno continuato a ridurre i prezzi anche Spagna (26%) e Portogallo (20%) e sono insieme all’Italia gli unici paesi europei in cui le PMI appaiono riluttanti ad assumere nuovo personale e a incrementare i prezzi.  Anche nel Regno Unito, in Svizzera e Germania la tendenza all’aumento dei salari è scesa leggermente rispetto ai risultati del 2013.

 

Nel Mondo

 

Al contrario, le PMI dell’America Latina (in particolare Brasile, Messico e Argentina) dichiarano un forte aumento degli stipendi (40% – 33% -30%), e nonostante la crescita economica della regione sia ancora lenta, hanno investito nell’espansione dell’attività verso nuovi clienti target sul mercato locale e diversificato la gamma di prodotti e servizi. I paesi dell’Asia del Pacifico come Hong Kong, Taiwan e Malesia dichiarano invece di aver incrementato molto il personale (28% – 37% – 25%) e in misura minore gli stipendi (16% – 15% – 19%).

 

Il quadro complessivo che emerge dall’indagine sullo stato delle PMI a livello globale è positivo: le PMI guardano al futuro con ottimismo ampliando la propria attività sia sul mercato locale (23%) che nelle esportazioni, soprattutto attraverso la diversificazione dei prodotti e dei servizi offerti (21%).

16/09/2014 | Categorie: Imprese e Pir Firma: Redazione