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Le Tasse secondo l’’articolo 53 della Costituzione.

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L’articolo 53 della Costituzione della Repubblica Italiana recita: Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.Ed aggiunge: Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

IN SOLDONI vuol dire che si paga ognuno per quel che può e chi più ne ha, più contribuisce. Chi non lo fa giacché evasore è evidentemente in contrasto con una regola addirittura fondativa del nostro stare insieme e, per questo, va perseguito e punito. Detto questo, però, logica vuole che le dazioni che ogni cittadino fa sotto forma di tasse e/o imposte debbano essere giuste, limpide e, soprattutto, eque.
GRAZIE AGLI ATTACCHI speculativi sui nostri Bond si è dovuta impostare una manovra economica in fretta e furia. Si chiama manovra ma in realtà è una colletta obbligatoria. Già, in Italia, abbiamo avuto il piacere di assistere a richieste obbligatorie di denaro da parte del Governo, richieste, a parer mio, fatte in contrasto con l’articolo 53 della Costituzione.
Sì, cito ad esempio il prelievo di Amato sui conti correnti e la tassa di Prodi sulle moto oltre i 350cc nel ’97.
OPERAZIONI STRAORDINARIE.  e necessarie diranno i sostenitori, ma poco eque, dico io, perché colpiscono il possesso di un bene senza alcuna relazione con la capacità contributiva del possessore. Le Tasse vanno pagate, certo, ma vanno proporzionate ai valori monetari del bene, e non ai centimetri cubici o ai cavalli vapore, oppure domani, ai litri o metri quadri.
Con l’ultima manovra, ad esempio, si è messa una supertassa ai possessori di auto oltre una certa potenza; che equità è? Andrebbe messa, semmai, sul valore dell’auto, che è la misura dell’effettiva capacità di spesa e, di conseguenza, contributiva. È senz’altro più ricco chi compra un’auto da 200mila euro con pochi cavalli che uno che ne spende 50mila ma magari ha qualche cavallo in più. No?
IL NOSTRO PAESE, in fatto di equità, ormai lascia davvero a desiderare. Pensioni minime sotto la soglia di povertà e prebende d’oro mai ridotte, doppi e tripli stipendi per non fare nulla a qualcuno e quattro spicci ad altri. Ipotechiamo case per multe di divieto di sosta non pagate e saniamo grandi evasori, spostiamo funzionari di Stato infedeli senza togliergli il maltolto. E via dicendo.
Manovre economiche a parte, sarebbe ora di cancellare privilegi fuori tempo e stabilire una sana equità di trattamento per tutti i cittadini.
Un fisco equo è alla base di un sano rapporto tra Governo e Cittadini, se andiamo avanti così, invece, mostriamo il fianco a chi si sente più furbo degli altri.
A buon intenditor.
A. Alexandros

 

17/07/2011 | Categorie: Finanza personale Firma: Redazione