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Imprese e Borsa, la metà delle Ipo sono Pmi

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Le imprese italiane si avvicinano sempre più alla Borsa, soprattutto le Pmi, grazie anche ai Pir e al credito d’imposta sulle spese di Ipo

Una crescita e una capacità di recupero eccezionali per le imprese italiane, che hanno capito come sia più saggio avere una struttura del capitale equilibrata, evitando di affidarsi al solo mercato bancario che si è dimostrato meno affidabile durante la crisi finanziaria. Questo quanto è emerso dallo studio realizzato dal centro di ricerca Baffi Carefin dell’Università Bocconi, redatto in collaborazione con Equita, e oggetto di analisi nel convegno che si è tenuto qualche giorno fa a Milano dal titolo ‘Why do Italian companies go public? An empirical analysis of the period 2006-2016’. Dallo studio risulta, infatti, che le imprese italiane quotate hanno una maggior crescita di ricavi, investimenti e dipendenti e fanno più utili rispetto alle non quotate, oltre ad essere più resilienti in contesti di crisi a livello macroeconomico.

Negli ultimi anni, una spinta a cercare fonti alternative di finanziamento è venuta, oltre che dalle difficoltà riscontrate dal sistema bancario, anche dalle più recenti politiche economiche e fiscali di incentivo verso gli investimenti in imprese italiane con i Piani individuali di risparmio, o Pir, e dall’ultima normativa finalizzata a offrire un credito d’imposta sulle spese di quotazione per le Pmi.

“Il 2017 sarà ricordato come l’anno in cui i mercati dei capitali italiani hanno finalmente fatto un passo significativo per diventare una fonte affidabile di finanziamento per le nostre aziende. Il volume delle emissioni delle società italiane, sia nel mercato obbligazionario che nel mercato azionario, ha superato i 50 miliardi di euro raccolti attraverso quasi 200 emissioni, più di tre volte il numero delle emissioni del 2007”, ha dichiarato  Andrea Vismara, ad di Equita Group, che poi ha aggiunto: “Ma l’aspetto più interessante è che la metà di queste emissioni è avvenuta nei mercati dedicati alle Pmi – nati negli ultimi 10 anni – e in particolare nel mercato Aim di Borsa Italiana e nel cosiddetto mercato dei “minibond”. Mentre le emissioni azionarie di società di maggiori dimensioni nei mercati tradizionali sono rimaste sostanzialmente stabili nell’ultimo decennio, sono le aziende più piccole a contribuire realmente alla crescita dei mercati, mostrando un chiaro cambiamento culturale ed una crescente apertura ai mercati dei capitali”.

17/02/2018 | Categorie: Imprese e Pir Firma: Redazione