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Consulenza, l’educazione finanziaria post MiFID II

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Il 24 gennaio al PFEXPO, Segre (Global Thinking Foundation) parlerà del ruolo dell’educazione finanziaria nel mondo della consulenza

Il modello della consulenza finanziaria deve adeguarsi a un mondo economico-finanziario profondamente cambiato rispetto al passato. Il consulente di oggi non è la stessa figura di pochi anni prima. I professionisti che ora prestano servizi di investimento devono essere in possesso delle necessarie conoscenze e competenze. Qual è la situazione attuale nel mondo della consulenza?

Claudia Segre, presidente di Global Thinking Foundation, anticipa a MyAdvice-ProfessioneFinanza parte dell’intervento che terrà il 24 gennaio, al PFEXPO di Milano, all’interno della tavola rotonda “Educazione finanziaria: il valore aggiunto di una relazione qualificata con il cliente”, che si svolgerà al Palazzo delle Stelline, in sala Leonardo, dalle 16.30 alle 18.00 (clicca qui per consultare il programma dell’evento).

 

“È innegabile che i costi della MiFID II, come evidenziato anche in un recente articolo del Financial Times, continueranno ad avere un effetto dirompente sull’industria del risparmio gestito accelerando il processo di concentrazione in atto nel sistema bancario europeo e al contempo trasformando la relazione banca cliente secondo un modello dove l’impegno a sostegno dei progetti di educazione finanziaria non è più un’operazione di marketing e di facciata ma un impegno serio e fattivo che mette al primo posto la trasparenza e il dialogo aperto con il risparmiatore.

L’imperativo inserito nella direttiva MiFID II, riguardo alle competenze già pone un distinguo cruciale sulla preparazione dei consulenti e sulla loro capacità di raffigurare ai clienti scenari e prospettivi coerenti con il profilo correttamente misurato, ma non basta perché resta anche  l’incognita derivati soprattutto con l’effetto dell’implosione Brexit sui volumi che rientreranno in Europa e troveranno non tutte le banche italiane pronte a registrarne correttamente e puntualmente  l’operatività.

Infine, sul lato costi, l’esigenza di rendere espliciti sia quelli inerenti ai servizi sia quelli inerenti i prodotti o strumenti negoziati, per quanto spostata a fine 2018 la rendicontazione al dettaglio, non farà dormire sonni tranquilli alle istituzioni che saranno chiamate a un oneroso impegno sulla reportistica al cliente e che creerà una demarcazione netta tra coloro che si son già attrezzati con piattaforme informatiche in ausilio all’asset allocation e coloro che ancora non son riusciti a completare il processo di innovazione tecnologica dei servizi e dei prodotti a disposizione dei clienti.

Concludendo, il supporto dato dai temi di educazione finanziaria in tema di valutazione del rischio, diversificazione dei prodotti legati agli scenari e alle prospettive di mercato e l’analisi dei costi saranno la chiave di lettura di un nuovo rapporto informato ed efficiente con un cliente sempre più esigente e consapevole”.

22/01/2018 | Categorie: Mondo consulenti Firma: Redazione